Lo studio ‘Circularity gap report’ di Circle Economy sulla riduzione della CO2 pubblicato per il World economic forum a Davos. E’ dedicato a tre aree: rivedere l’uso delle risorse nell’edilizia, nei trasporti, e nella nutrizione. Le emissioni globali di gas serra si possono abbattere di 22,8 miliardi di tonnellate all’anno rispetto ai livelli del 2019
di Tommaso Tetro
(Rinnovabili.it) – Adottare strategie di economia circolare può tagliare le emissioni globali di gas serra di 22,8 miliardi di tonnellate all’anno, cioè il 39% rispetto ai livelli record del 2019 di 59,1 Gigatonnellate, e mantenere il
Pianeta su una traiettoria di aumento medio della temperatura al di sotto di due gradi centigradi entro la fine secolo rispetto al periodo preindustriale (che è compreso tra il 1850 e il 1900). A dirlo il ‘Circularity gap report’ dell’associazione no profit Circle Economy, pubblicato nell’ambito del World economic forum a Davos.
La strada per evitare “il crollo climatico” – viene osservato dalla ricerca – è un consumo efficiente delle risorse in tre aree che sommate costituiscono il 70% delle emissioni globali: l’edilizia, i viaggi e il trasporto merci, la nutrizione. E’ anche necessario evitare la creazione di nuovi prodotti con materie prime che abbattono la quantità di minerali, combustibili fossili, metalli e biomasse. La soluzione poi riguarda anche la riforma dell’agricoltura (per evitare monocolture e deforestazione), e l’applicazione dei principi dell’economia circolare ai progetti di costruzione di edifici (l’uso di materiali leggeri come per esempio il legno), e alla riduzione al minimo del trasporto motorizzato nelle città (con la creazione di quartieri autosufficienti e l’introduzione della mobilità elettrica anche per i trasporti pubblici che dovrebbero essere più efficienti), aumentando il numero di raccoglitori di rifiuti e realizzando impianti di riciclo.
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L’edilizia – si rileva – genera 13,5 Gigatonnellate di emissioni ogni anno, e con strategie circolari 9,5 Gigatonnellate di rifiuti da costruzione e demolizione potrebbero essere deviati dalla discarica e riutilizzati. Un passaggio all’energia rinnovabile ridurrebbe le emissioni da riscaldamento e raffreddamento. Il trasporto di passeggeri e merci genera 17,1 Gigatonnellate di emissioni all’anno, ma con veicoli più leggeri e strategie come il car sharing si può ridurre il carbonio di 5,6 Gigatonnellate.
Dalla nutrizione derivano 10 Gigatonnellate di emissioni all’anno, inclusi i 4 Gigatonnellate per l’uso del suolo, soprattutto per le coltivazioni per l’alimentazione animale e per i pascoli; le strategie circolari possono ridurre le emissioni di 4,3 Gigatonnellate.
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Il rapporto fa presente che il mondo “consuma più di 100 Gigatonnellate di materiali all’anno e solo l’8,6% viene riutilizzato”; le strategie individuate invece taglierebbero i consumi a 79 Gigatonnellate e aumenterebbero i materiali riutilizzati al 17%. Con gli attuali impegni per il clima l’aumento della temperatura media globale sarà di 3,2 gradi centigradi entro il 2100, senza contare la crescita del rischio di eventi meteorologici distruttivi e di conseguenze ambientali (ma anche sociali ed economiche) devastanti, così come è stato rilevato anche dal Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite, l’Ipcc (Intergovernmental panel on climate change).
Secondo il rapporto 2020 dell’Onu dedicato al divario delle emissioni (Un emissions gap report 2020) per garantire che il riscaldamento globale sia mantenuto al di sotto dei 2 gradi (cioè l’obiettivo minimo dell’accordo di Parigi) entro il 2030 le emissioni globali dovranno diminuire di 15 miliardi di tonnellate, oppure di 32 Gt se si vuole rimanere entro gli 1,5 gradi che il livello più ambizioso della Cop21.