Il settore dell’elettronica stampata cresce a dismisura ed è urgente renderlo più ecologico
(Rinnovabili.it) – L’elettronica stampata può essere integrata in quasi ogni prodotto, eliminando la necessità di componenti meccanici come pulsanti e interruttori. Questo rende i prodotti più leggeri e dal design più accattivante, oltre che più facili e veloci da produrre. L’uso della tecnologia abbraccia una vasta gamma di settori. Ad esempio, quello dei sensori medici indossabili, quello dei cruscotti delle automobili, dei pannelli di controllo degli aerei o dei macchinari industriali. L’elettronica stampata arriva perfino nelle lavatrici e nelle macchine da caffè. Si stima che la dimensione del mercato aumenterà da circa 175 milioni di dollari a oltre 3 miliardi di dollari tra il 2022 e il 2032. Tuttavia, la tecnologia complica il riciclo e la riparazione degli oggetti.
Come funziona il processo di smontaggio dell’elettronica stampata
Per venirne a capo, i ricercatori olandesi del TNO Holst Centre hanno sviluppato un nuovo metodo di smontaggio per questi componenti. Il loro approccio consente di separare la parte elettronica dal supporto in plastica una volta che il prodotto è giunto a fine vita. L’approccio del TNO utilizza uno strato speciale a base d’acqua, che permette di separare la plastica dai circuiti elettronici senza danneggiarli. Lo strato d’acqua è applicato tra il circuito stampato e lo strato di plastica esterno dell’oggetto. Una soluzione apparentemente banale, che in realtà è drammaticamente efficace. I test hanno dimostrato che lo strato è abbastanza resistente da sopportare fino all’85% di umidità e una temperatura di 85 gradi Celsius per 1000 ore.
Una trovata di ecodesign
Questa innovazione facilita il riciclo e la riparazione, oltre a ridurre come conseguenza anche i RAEE. Solo una piccola parte dei rifiuti elettronici viene oggi riciclata correttamente a livello mondiale. Le stime di crescita del volume dei RAEE delineano un quadro in cui entro la metà del secolo potremmo aver raggiunto le 110 milioni di tonnellate. Pertanto la risposta trovata dagli scienziati di Endhoven rappresenta un passo verso un futuro un po’ più promettente e una trovata di progettazione ecocompatibile.