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Scarpe dalle alghe: le infradito diventano bio

Scarpe dalle alghe

Scarpe dalle alghe

 

Nei laboratori di chimica di San Diego nascono scarpe dalle alghe

(Rinnovabili.it) – Ogni anno, a livello globale, si producono oltre tre miliardi di infradito in plastica. Il semplice processo di fabbricazione e l’economicità delle materie prime ne hanno decretato il successo commerciale nei mercati più popolosi, come l’India e la Cina, e oggi questo tipo di sandali è la calzatura numero uno al mondo. C’è da chiedersi che impatto possa avere sul pianeta una scarpa completamente ottenuta dal petrolio una volta arrivata a fine vita. L’ideale sarebbe poter contare su meccanismi di recupero e riciclo, ma la verità è che la maggior parte di quei tre miliardi di flip-flop è realizzata in poliuretano, un polimero che non viene riciclato ed è di difficilissima biodegradibilità.

Il loro destino è dunque lo stesso dei rifiuti non biodegradabili, finendo nel migliore dei casi nelle discariche.

 

“Anche se le flip-flop sembrano un prodotto minore […] costituiscono le calzature più diffuse in India, in Cina o nei Paesi Africani”, spiega Stephen Mayfield, professore presso l’Università di California a San Diego. “E una delle maggiori sostanze inquinanti in mare è proprio il poliuretano proveniente da scarpe che sono lavate o gettate nei fiumi”.

 

L’attenzione di Mayfield verso questo particolare tipo di calzatura è presto spiegato: lo scienziato ha realizzato le prime scarpe dalle alghe, sandali “ecofriendly” dove il poliuretano  è sostituito dalla sua versione bio. La ricetta è un’evoluzione di quella impiegata dal suo stesso team per produrre bio-tavole da surf: prevede di estrarre l’olio dalla biomassa algale per modificarlo chimicamente con l’aggiunta dei giusti catalizzatori e di silicati.

 

Scarpe dalle alghe

 

“Il petrolio viene dalle alghe che vivevano negli antichi oceani centinaia di milioni di anni fa”, aggiunge Mayfield. “Molta gente non lo sa, ma ciò significa che tutto ciò che possiamo fare dal petrolio, possiamo, in ultima analisi, ottenerlo anche dalle alghe”.

 

I primi prototipi sono stati messi a punto quest’estate nel laboratorio di chimica dell’ateneo, e sono costituiti  semplicemente da un pattino flessibile e spugnoso e da un cinghia. Mayfield e la sua squadra sono convinti che le calzature possano entrare in produzione già nel prossimo anno accademico ad un costo iniziale di 3 dollari il paio. “L’idea che stiamo perseguendo è riuscire a trasformare queste infradito in un modo che possano essere semplicemente gettate in una compostiera per  essere mangiate dai microrganismi”.

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