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Dalle trebbie di birra microsfere esfolianti ecologiche per cosmetici green

Le problematiche microsfere esfolianti in plastica presenti nei cosmetici si possono sostituire con gli scarti dell’industria birraria

microsfere esfolianti
via depositphotos.com

Un esperimento mostra le ottime performance delle trebbie di birra per produrre microsfere esfolianti

Le microsfere esfolianti di plastica sono minuscoli frammenti che abbiamo trovato nei prodotti per la cura della persona dagli anni ’90 alla fine degli anni 2010. Un gigantesco problema ambientale di cui lentamente proviamo a liberarci. Il loro accumularsi nelle acque di mari e fiumi è infatti una minaccia esistenziale per numerosi organismi viventi. 

Molti paesi nel tempo hanno messo al bando questi prodotti. Oggi è sempre più raro vederli sugli scaffali di un supermercato. Merito anche dell’innovazione, che ha saputo trovare alternative, sempre più spesso nella cellulosa. L’ultima scoperta è quella fatta da due ricercatori dell’Università di Zurigo e del Quebec. Su The Conversation, hanno raccontato che dei sostituto validi si trovano nelle trebbie di birra, (BSG in inglese), un sottoprodotto abbondante ed economico della produzione della birra. Utilizzati tradizionalmente come mangime per animali, compost e fertilizzanti, sembra che i BSG possano dire la loro anche nella produzione di microsfere esfolianti sostenibili

La cellulosa, il principale componente delle trebbie di birra, è chiaramente cruciale in questo processo. Gli scienziati hanno trasformato questa sostanza attraverso un procedimento chimico che coinvolge l’idrossido di sodio, ottenendo microsfere di cellulosa pura. Non è un compito facile, perché le trebbie di birra contengono anche emicellulosa, lignina, proteine, lipidi e piccole quantità di cenere, tutti intrecciati per creare le complesse strutture delle cellule vegetali. Con l’idrolisi acida è possibile allentare questi “intrecci”, per poi operare una filtrazione che trattenesse solo una polpa arricchita di cellulosa e lignina. Una soluzione di idrossido di sodio a temperatura e concentrazione molto specifica ha permesso di rompere i legami lignina-cellulosa e infine l’immersione di gocce di soluzione in un bagno acido ha permesso di formare le microsfere e solidificarle.

Le microsfere esfolianti si sono rivelate efficienti. Anche più dei corrispettivi creati a partire da altre biomasse, come cocco o nocciola.

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