I volumi complessivi dei manufatti prodotti da bioplastiche hanno superato per la prima volta le 100.000 tonnellate. Segno positivo per tutti comparti, dagli ultraleggeri agli articoli monouso, dagli shopper ai sacchetti dell’umido, dal film agricolo alle pellicole di imballaggio
I dati dell’industria delle bioplastiche italiana
(Rinnovabli.it) – Nel 2019, in Italia l’industria delle plastiche biodegradabili e compostabili è cresciuta per numero di imprese, produzione e fatturato. Oggi il comparto conta 275 aziende sul territorio nazionale, 2.645 addetti dedicati e 101.000 tonnellate di manufatti compostabili prodotti. Per un fatturato complessivo di 745 milioni di euro. I numeri appartengono allo studio effettuato da Plastic Consult e presentato stamane in occasione del convegno streaming organizzato da Assobioplastiche.
I dati positivi del 2019 sono in realtà frutto di trend consolidati. La crescita del numero di imprese è risultata costante negli ultimi anni, passando da 143 operatori del 2012 ai 275 del 2019. La regione con il maggior numero di aziende attive nel settore delle plastiche bio è la Lombardia con oltre 45 realtà; seguono Veneto, Campania, Emilia Romagna, Puglia e Piemonte. La Campania, grazie alla parziale riconversione dell’industria del monouso, è diventata la regione con il maggior numero di addetti dedicati, mentre i territori con la maggiore intensità occupazionale si confermano Liguria e Umbria. I tassi di crescita sono evidenti per tutti i principali indicatori della filiera, dalla numerosità degli operatori di settore al fatturato settoriale. Fa eccezione il segmento dell’upstream (chimica di base e intermedi), in cui va registrata la scomparsa dell’operatore Bio-On.
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La produzione dell’industria delle bioplastiche
Lo scorso anno, i volumi complessivi dei manufatti prodotti dall’industria delle bioplastiche hanno superato per la prima volta le 100.000 tonnellate. Secondo lo studio, la crescita riguarda tutti i principali settori applicativi: dagli ultraleggeri agli articoli monouso, dagli shopper ai sacchetti dell’umido, dalle pellicole agricole agli altri film per imballaggio, dalle capsule del caffè e alle numerose applicazioni in via di sviluppo. In particolare:
- gli shopper hanno superato le 56.000 tonnellate (+4,2% sul 2018) nonostante la permanenza sul mercato di sacchetti illegali;
- le restanti applicazioni in film hanno proseguito il trend di crescita, mettendo a segno un +18%. Più specificamente:
- i sacchetti ultraleggeri si stanno avvicinando alle 20.000 tonnellate;
- il film per agricoltura ha superato le 2.000 tonnellate;
- il film per imballaggio alimentare ha registrato una crescita del 67% mentre il non food è attestato ad un +30%;
- più che raddoppiati i volumi per gli articoli monouso, in aumento del +120%. La forte attenzione per la sostenibilità ambientale ha spinto la domanda di soluzioni per il foodservice riciclabili con la frazione organica dei rifiuti come alternativa a quelle usa e getta in plastica tradizionale. Si tratta di una domanda sostitutiva e non incrementale tanto che, secondo le prime stime dell’Osservatorio di Assobioplastiche, nel 2019 il mercato delle stoviglie monouso avrebbe registrato una decrescita complessiva intorno al 10%, pur in assenza di normative specifiche;
- positivo anche il comparto dei sacchetti per l’umido (+4,5% circa), grazie al potenziamento delle esportazioni e all’ulteriore incremento della raccolta differenziata dell’umido a livello europeo.
“Un comparto in ottima salute, confermata da una crescita costante e consecutiva nell’arco di un decennio, non solo in quantità ma anche in qualità, come dimostrano le nuove, innovative applicazioni che iniziano ad entrare nel mercato grazie al consolidamento della raccolta della frazione organica”, ha dichiarato Marco Versari, presidente di Assobioplastiche.
“Possiamo affermare senza alcun dubbio – ha concluso Versari – che la filiera dei biopolimeri compostabili ha tutte le carte in regola per contribuire al rilancio dell’economia italiana dopo la pandemia: è integrata a monte e a valle in una logica di interconnessioni sistemiche, fa dell’innovazione la sua cifra distintiva e guarda al dividendo non solo economico ma anche sociale e ambientale. Con la declinazione del Green New Deal e il completamento dei quadri regolamentari relativi alla raccolta del rifiuto organico e alle soluzioni monouso siamo fiduciosi che l’industria delle bioplastiche potrà fare la sua parte per la crescita del Paese”.