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Incentivi per la sostituzione degli elettrodomestici vecchi e spreconi

Incentivi per la sostituzione degli elettrodomestici
Foto di Photo Mix da Pixabay

Gli incentivi saranno fruibili solo previo avvio a riciclo degli apparecchi obsoleti 

Bene gli incentivi per la sostituzione degli elettrodomestici più datati e energivori con altri più moderni ed efficienti, nell’ottica di ridurre consumi ed emissioni. Bene anche lo stimolo che la misura darebbe al settore del riciclo dei RAEE, favorendo l’economia circolare. Sarebbe anche uno stimolo al settore industriale interessato, visto che l’Italia ha a livello internazionale una posizione di primato nella produzione di elettrodomestici.

Però l’incentivo per come è stabilito adesso – importo massimo di 100 euro, elevato a 200 euro per nuclei familiari con ISEE inferiore a 25mila euro – è troppo basso, e la platea andrebbe allargata anche agli esercizi commerciali che usano apparecchiature come frigoriferi o lavatrici, visto che è da lì che derivano i consumi maggiori. Questo, in estrema sintesi, il contenuto delle audizioni di Confesercenti e Confapi alla Camera, in commissione Attività produttive, sulla proposta di legge (C. 855) a prima firma​ Alberto Gusmeroli (Lega), presidente della commissione, recante ‘Incentivi per l’acquisto di grandi elettrodomestici ad elevata efficienza energetica con contestuale riciclo degli apparecchi obsoleti’.

Confesercenti, spiega Giuseppe Dell’Aquila, responsabile del settore legislativo dell’associazione, condivide le motivazioni alla base del provvedimento, utile sia per sostituire il maggior numero possibile di elettrodomestici obsoleti con altri di nuova generazione ad alta efficienza, nell’ottica di una riduzione dei consumi energetici, sia rispetto alla crisi in atto che vede una flessione nella vendita degli apparecchi della cosiddetta ‘filiera del bianco‘. 

Però, avverte Dell’Aquila, “il contributo massimo di 100 euro, che aumenterebbe fino a 200 per ISEE inferiore a 25mila euro, non è certo risolutivo nell’incentivare in modo decisivo l’acquisto di nuovi prodotti, specie se di qualità elevata e quindi di costo maggiore”.  Per quanto riguarda la platea interessata il contributo “non andrebbe limitato all’acquisto di elettrodomestici da parte delle famiglie ma esteso anche a chi li usa in ambito professionale, come frigoriferi e lavatrici impiegati in negozi e lavanderie”. Questo, spiega il rappresentante di Confesercenti, “per sostenere il passaggio a una maggiore efficienza energetica e minori consumi da parte di soggetti molto più energivori delle famiglie“. Infine, auspica dell’Aquila, sarebbe bene “agevolare gli adempimenti ambientali, come il deposito temporaneo RAEE, intervenendo sulla normativa“.

Confapi esprime “pieno sostegno” alla misura, che rappresenta “un’opportunità unica per promuovere la sostenibilità e la crescita economica”. Perciò, sottolinea Mauro Barchiesi, presidente di Confapi Industria Ancona, “le nostre aziende sono pronte a fare la loro parte”. Il provvedimento, a suo giudizio, non solo “incoraggerà il consumatore a sostituire i vecchi apparecchi con nuovi modelli più sostenibili”. Ne deriverà un “impatto positivo sull’ambiente ma inoltre creerà nuove opportunità economiche a favore delle imprese italiane, uno stimolo a innovazione e competitività”. Per Barchiesi si realizzerà “un sostegno al Made in Italy, perché così si aiutano le imprese italiane”. 

L’effetto dei nuovi incentivi sull’acquisto di elettrodomestici efficienti

Per avere un’idea delle potenzialità, il parco elettrodomestici delle famiglie italiane consta di “circa 73 milioni di unità”, secondo stime ENEA, e con la proposta di legge “nei tre anni di incentivi si potrà sostituire con tutta probabilità il 10% di questi elettrodomestici, e sarebbe un risultato molto importante”

Oltre a questi positivi effetti di natura ambientale, con la riduzione di consumi e emissioni, gli incentivi all’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza “potranno stimolare un mercato che oggi risulta fermo, con gli indici che riportano un -16%, -18% di anno in anno”, avverte il rappresentante di Confapi. Non va certo dimenticato, sottolinea Barchiesi, che il riciclo degli apparecchi obsoleti è “un’opportunità di crescita per molte aziende del settore”, altra eccellenza italiana, creando posti di lavoro e recuperando risorse anziché sprecarle”, conclude, “aumentando la competitività e i tassi di economia circolare, che recupera risorse anziché sprecarle”.

Come funzionano gli Incentivi per la sostituzione degli elettrodomestici

La proposta di legge, composta di un solo articolo, introduce l’agevolazione per l’acquisto di elettrodomestici, fruibile previo avvio a riciclo degli apparecchi obsoleti. Il comma 1 definisce la durata dell’intervento, valido per gli anni 2023, 2024 e 2025. Il comma 2 stabilisce i requisiti minimi di classe energetica dei nuovi elettrodomestici acquistabili con applicazione dell’incentivo. Il comma 3 determina la misura del contributo nel 30% del costo del nuovo elettrodomestico, in ogni caso entro l’importo massimo di 100 euro, elevato a 200 euro per gli acquirenti che appartengono a nuclei familiari con indicatore della situazione economica equivalente inferiore a 25.000 euro. 

Con i commi 4 e 5 è istituito, nello stato di previsione del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, un fondo con la dotazione di 400 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2023-2025. Il comma 6 demanda a un successivo decreto del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, emanato di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze, la disciplina degli ulteriori aspetti per l’applicazione delle norme.

Gli elettrodomestici – riporta il testo della pdl – incidono per il 58% sul totale del consumo elettrico delle abitazioni e che un apparecchio dotato di nuova etichetta energetica garantirebbe un risparmio nei consumi elettrici valutabile tra il 50-70% rispetto a un elettrodomestico con più di dieci anni di vita. Inoltre, si favorirebbe la sostituzione degli elettrodomestici attraverso il corretto smaltimento dei rifiuti elettronici, nel rispetto delle esigenze di tutela ambientale, tenuto conto che gli apparecchi, se correttamente smaltiti, sono riciclabili per oltre il 95%.

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