Dai residui di potatura si ottengono biomasse per imballaggi alimentari sostenibili che ne aumentano la resistenza alla trazione
In questi nuovi imballaggi alimentari sostenibili però il polietilene non è completamente sostituibile
(Rinnovabili.it) – L’utilizzo dei residui di potatura dell’avocado come fonte di biomassa per imballaggi alimentari sostenibili è promettente. L’hanno scoperto i ricercatori dell’Università di Córdoba e dell’Università di Girona, in Spagna. Questi residui, abbondanti nella regione dell’Andalusia, sono ricchi di cellulosa. Il che li rende adatti per rinforzare il polietilene, una plastica comunemente utilizzata nell’imballaggio alimentare.
Proprietà migliorate per gli imballaggi rigidi
Derivato dai combustibili fossili, questo polimero è non biodegradabile e insostenibile. Per affrontare il problema, i ricercatori hanno parzialmente sostituito il bio-polietilene con fibre lignocellulosiche estratte dai residui di potatura dell’avocado. Quando combinate con il polietilene utilizzando l’anidride maleica come additivo, le fibre migliorano la resistenza meccanica del materiale.
Il biocomposito risultante offre una biodegradabilità migliorata rispetto al puro bio-polietilene. Inoltre, mostra anche proprietà meccaniche migliorate grazie alla resistenza naturale delle fibre lignocellulosiche. Con l’effetto collaterale positivo che l’utilizzo dei residui agricoli per la produzione di biocompositi contribuisce a un’economia circolare e al riutilizzo delle risorse locali. Tuttavia, non si può utilizzare solo scarti di potatura dell’avocado per produrre imballaggi. Le fibre sono infatti altamente igroscopiche, cioè assorbono l’umidità dall’aria. Perciò, più si aumenta il loro contenuto nel materiale finale, più servono trattamenti chimici.
La ricerca si allarga ad altre applicazioni
Sebbene lo studio delle due università si concentri sul miglioramento della resistenza a trazione, future ricerche esploreranno altre proprietà meccaniche. I ricercatori valuteranno, ad esempio, la forza flessurale del materiale in condizioni diverse e diversi fattori ambientali. Inoltre, ulteriori indagini valuteranno l’impatto ambientale e la fattibilità economica del processo. Tra queste, sono previsti studi sulla durata dei prodotti alimentari confezionati con il materiale ottenuto.
Le possibili applicazioni, tuttavia, vanno al di là degli imballaggi alimentari sostenibili rigidi. I due team di ricerca stanno già pensando anche di esplorare il potenziale delle fibre lignocellulosiche per lo sviluppo di diversi formati di packaging alimentare come pellicole e rivestimenti commestibili per la frutta.