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I prodotti a base biologica migliorano il clima, ma occhio all’impatto ambientale

Mediamente i prodotti a base biologica riducono le emissioni del 45% rispetto ai parenti fossili. Ma possono aumentare l’eutrofizzazione

prodotti a base biologica
Foto di Etienne Girardet su Unsplash

Uno studio su Nature mette in guardia dagli effetti nascosti della crescita dei prodotti a base biologica

(Rinnovabili.it) – Sono parte della soluzione, ma non possono rimpiazzare completamente i loro parenti sintetici. I prodotti a base biologica sono infatti, mediamente solo il 45% meno climalteranti. Lo dice una ricerca condotta dalla Radboud University, pubblicata su Nature. I ricercatori hanno analizzato i dati di 98 nuovi biomateriali riportati in 130 studi internazionali. A parte il dato medio, c’è una grande variazione tra i singoli prodotti a base biologica e, secondo i ricercatori, sono necessari maggiori sforzi per raggiungere la neutralità climatica. A questo si aggiunge la preoccupazione che i biomateriali potrebbero avere impatti ambientali meno favorevoli in alcuni settori.

Con biomateriali si identificano prodotti derivati dalle piante e destinati a sostituire i materiali ricavati da combustibili fossili. L’esempio più lampante sono la bioplastica o le biofibre utilizzate per il settore tessile. Anche se le emissioni di CO2 nel complesso diminuiscono, lo studio sottolinea che le differenze tra i biomateriali richiedono ulteriori azioni per raggiungere la completa neutralità climatica lungo l’intera catena di produzione. 

Nessun materiale è al 100% neutro dal punto di vista climatico. Alcuni ci sono vicini, ma altri emettono addirittura più CO2 dei materiali fossili che sostituiscono. E non si possono tacere potenziali impatti collaterali nella produzione di questi prodotti. Ad esempio, c’è l’uso di fertilizzanti nella produzione di biomassa utilizzata come base. Un forte utilizzo di concimi chimici può enfatizzare il fenomeno dell’eutrofizzazione, che si ha quando un eccesso di nutrienti finisce nelle falde e genera conseguente riduzione dell’ossigeno nelle acque superficiali

Non è un esempio fatto a caso. I ricercatori hanno calcolato infatti che, in media, la produzione di biomateriali ha contribuito ad aumentare l’impatto dell’eutrofizzazione. Ridurre le emissioni di anidride carbonica è quindi un importante servizio che i prodotti a base biologica svolgono nella mitigazione del cambiamento climatico. Tuttavia, l’ideale sarebbe evitare di trasferire l’impatto su altre aree. Se i biomateriali devono avere una diffusione sempre maggiore, dunque, occorre tenere in considerazione il processo produttivo per evitare brutte sorprese.