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Ecodesign: l’UE vuole smarphone più longevi, riparabili ed efficienti

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Via depositphotos.com

Le nuove norme prevedono che l’ecodesign dei prodotti farà risparmiare 14 TWh entro il 2030

(Rinnovabili.it) – Aumentare la durata di smartphone e tablet, migliorare l’efficienza e la riparabilità. Sono gli obiettivi del nuovo regolamento delegato proposto dalla Commissione Europea per implementare le norme sull’ecodesign e il piano d’azione sull’economia circolare.

Cosa cambia? Intanto l’energia spesa nei processi produttivi. Cellulari e tablet prodotti secondo queste regole dovrebbero risparmiare ogni anno quasi 14 terawattora di energia primaria entro il 2030. In pratica, si tratta di un taglio pari al 30% del consumo attuale. 

Le nuove regole contribuiranno anche a ottimizzare l’uso di materie prime critiche e a facilitarne il riciclo. Viene poi introdotta un’etichettatura energetica, che dovrà fornire le informazioni al consumatore sull’efficienza di smartphone e tablet immessi sul mercato  europeo. L’etichetta dovrà anche dichiarare la longevità della batteria e la resistenza agli urti. Questi prodotti avranno poi, per la prima volta, un punteggio di riparabilità

Oltre a dare evidenza delle performance dei loro dispositivi, i produttori dovranno anche rispettare alcuni standard. Le batterie, ad esempio, dovranno sostenere almeno 800 cicli di carica e scarica mantenendo almeno l’80% della loro capacità iniziale. I pezzi di ricambio, invece, dovranno essere disponibili entro 5-7 giorni lavorativi per chi ripara questi oggetti. Non solo, ma devono essere reperibili per 7 anni dopo il loro ritiro dal mercato. Anche il software deve seguire questo trend, perciò deve garantire aggiornamenti per almeno 5 anni dall’immissione in commercio.

Secondo Thierry Breton, Commissario al mercato interno, “i cittadini dell’UE avranno dispositivi più robusti e durevoli, per i quali saranno disponibili parti di ricambio e aggiornamenti del sistema operativo. E l’economia dell’UE ne guadagnerà, riducendo la necessità di materie prime importate”.

Stati membri e Parlamento Europeo avranno ora due mesi di tempo per analizzare la proposta e formulare eventuali obiezioni. Seguirà l’adozione da parte della Commissione UE e poi un periodo di adattamento di 21 mesi, prima dell’effettiva entrata in vigore delle nuove misure.

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