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Ecodesign, alga rossa al posto della plastica per la bottiglia biodegradabile

Aggiungendo acqua all’agar, un sottoprodotto della lavorazione delle alghe rosse, si ottiene una sostanza gelatinosa che sostituisce la plastica. Oltre che biodegradabile, la bottiglia è anche commestibile

Ecodesign, alga rossa al posto della plastica per la bottiglia biodegradabile

 

(Rinnovabili.it) – Polvere di alghe rosse con l’aggiunta di acqua e calore. Così Ari Jónsson, studente presso l’Accademia delle Arti islandese di Reykjavík, ha realizzato una bottiglietta dall’ecodesign davvero innovativo. Non contiene nemmeno una goccia di petrolio, è perfettamente biodegradabile e, per gli appassionati di cucina giapponese e di piatti a base di alghe, è persino commestibile.

Da tempo le potenzialità delle alghe hanno messo questo materiale al centro di numerosi studi: dall’impiego per i biocarburanti a quello come materiale isolante, allo sfruttamento della bioluminescenza, all’uso per creare un’architettura vivente o facciate mangia-smog.

Jónsson ha presentato il suo progetto durante il festival DesignMarch che si è appena concluso nella capitale islandese. “Ho letto che ben il 50% della plastica – ha commentato lo studente – viene usato soltanto una volta e poi gettato via. Così ho sentito il bisogno urgente di trovare un modo per sostituire almeno una parte dell’incredibile quantità di plastica che produciamo, usiamo e gettiamo via ogni giorno”.

 

Ecodesign, alga rossa al posto della plastica per la bottiglia biodegradabileDa qui l’idea di iniziare a studiare punti di forza e debolezze di diversi materiali che possono essere sostituiti alla plastica. Finché non si è imbattuto nell’agar: un sottoprodotto della lavorazione delle alghe rosse, o più tecnicamente un polisaccaride già utilizzato (in cucina) come gelificante naturale grazie all’elevata quantità di carragenina che contiene.

Quando si aggiunge dell’acqua, l’agar assume una consistenza gelatinosa. Dopo aver sperimentato diverse proporzioni, Jónsson ha riscaldato e versato l’impasto in uno stampo, per poi tenerlo in freezer fino alla solidificazione.

L’ecodesign della bottiglia così ottenuta ha una caratteristica molto interessante: il processo di biodegradazione è quasi nullo quando è piena d’acqua, ma viene accelerato quando è vuota. Essendo composto al 100% da materiali naturali, il contenitore è adatto a conservare acqua potabile. Anche se, ammette Jónsson, dopo qualche tempo l’acqua acquista un vago sapore di alga. Poco male, ha ragionato lo studente, visto che la bottiglia si può letteralmente mangiare come fosse un dessert giapponese qualsiasi.