Borse prodotte dalla carta, oggetti di eco-design derivati dagli scarti delle cave di marmo fino ad abiti cuciti da cooperative sociali
(Rinnovabili.it) – Il Fuori Salone di Milano mette in mostra l’eco–design e la sostenibilità diventa la parola chiave del progetto Lovely Waste, la kermesse sull’economia circolare che coinvolgerà i progetti di 43 designer e 12 aziende all’Isola Design District. Sarà il centro culturale gestito dall’Associazione ZONA K (in via Spalato 11) ad ospitare la mostra. L’idea nasce da Source, agenzia di comunicazione nata nel 2013 che da un anno si è trasformata in un’agenzia di servizi per mettere in connessione i designer con le aziende. “Abbiamo pensato di contribuire al Fuori Salone offrendo un progetto di coordinamento per le aziende con l’obiettivo di trasformare in maniera creativa gli scarti in profitto. Il risultato sono i progetti esposti”, spiega a Rinnovabili.it Roberto Rubini, fondatore e project manager di Source.
Oltre al riuso dei materiali di scarto, Lovely Waste ha declinato la sostenibilità in progetti che vanno dalla gestione a km zero delle risorse locali, alla progettazione con materiali riciclabili o eco-compatibili, fino a progetti per il sociale che coinvolgono categorie più deboli. Tra i tanti designer che esporranno i propri progetti ci sarà anche Myo di Chiara Caramelli Design Lab che produce borse con la carta, e la Collezione 25% di Sebastiano Tonelli che trasforma lo scarto dei pannelli in poliuretano usati per i canali di trasporto dell’aria in una linea di contenitori termici per alimenti. “La sostenibilità racchiude in sé tante sfaccettature e va raccontata non solo attraverso il riuso degli scarti dei materiali ma anche attraverso altre chiavi di lettura come l’attenzione per il sociale – spiega Rubini – Si va quindi dagli oggetti creati dagli scarti della cava di marmo di Game of Stone di Recycledstones con Josefina Muñoz, al progetto di fashion design di Alberta Florence che ha confezionato abiti realizzati con tessuti prodotti in Albania dalle tessitrici di “Guri I Zi”, una realtà nata per dare opportunità di lavoro a donne in condizioni di vulnerabilità sociale”.
Ma come si è arrivati all’individuazione di queste best practice? “Come ogni anno abbiamo fatto una call rivolta ad aziende e designer chiedendo loro cosa significasse per loro essere sostenibili. Tramite un questionario abbiamo estrapolato cinque categorie che sono quindi cinque modi diversi di essere sostenibili e all’interno delle quali abbiamo suddiviso i partecipanti che esporranno progetti ideati ad hoc per il Fuori Salone – spiega Rubini – La sostenibilità è una strada che secondo noi nessuno potrà permettersi di non percorrere più”.
Qualunque sia la fascia di mercato, dalla più bassa alla più alta, si può essere sostenibili. Lo dimostra l’azienda toscana WOO CLASS, che produce occhiali in legno su misura, e che illustrerà il suo processo di riutilizzo dei materiali di scarto. “Abbiamo portato un prototipo di progetto svolto con questa azienda che produce occhiali in legno e che già da sé fa un grande sforzo perché è molto attenta a non sprecare per ottimizzare la produzione, seppur trattandosi di un prodotto di nicchia e di fascia alta – spiega Rubino – Abbiamo analizzato gli scarti e messo insieme designer adatti e capaci di riadattare il processo di produzione”. Lo spazio accoglierà anche Oxygen-18 istallazione eco-sostenibile realizzata da Luca Alessandrini e Giacomo Garziano.