La Commissione europea ha adottato una nuova proposta sulle norme comuni che promuovono la riparazione dei beni. Tra i progetti, misure di qualità e una piattaforma online che metta in contatto i consumatori con riparatori o venditori di beni ricondizionati in zona
Right to repair, per salvare denaro e ambiente
(Rinnovabili.it) – I consumatori hanno diritto alla riparazione dei beni. Aggiustare e prolungare la vita dei prodotti rappresenta uno strumento di riduzione sprechi e di risparmio personale (ma non solo) da supportare sempre. Con o senza garanzia del bene stesso. Questa la convinzione con cui oggi la Commissione Europea ha presentato la proposta ‘Right to repair‘ (pdf), un pacchetto di nuove misure per rendere le operazioni di riparazione più facili e allettanti.
“Quando le merci diventano difettose, spesso vengono scartate prematuramente invece di essere riparate e riutilizzate”, spiega l’Esecutivo UE. “Se sono ancora coperte da garanzia legale, spesso si punta alla sostituzione gratuita del prodotto rispetto alla riparazione. E il reso viene per lo più buttato”. Al contempo, una volta scaduta la garanzia, l’acquisto di un nuovo prodotto è spesso l’opzione più semplice. In generale si fatica, infatti, a individuare un servizio riparazioni adeguato a un prezzo accettabile, e in cui siano chiare condizioni e possibili inconvenienti.
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Diritto alla riparazione, quando vale?
La proposta “Diritto alla Riparazione” nasce per rendere questa opzione più semplice e praticabile attraverso una serie di interventi mirati.
Nell’ambito della garanzia legale – Attualmente la direttiva sulla vendita di beni prevede che per un periodo di due anni, il consumatore possa richiedere al venditore di aggiustare o sostituire gratuitamente il prodotto difettoso. In base alle nuove regole, quando la riparazione rappresenterà l’opzione più economica o di pari costo, i venditori dovranno dargli priorità. Ma entro un tempo ragionevole e senza inconvenienti per l’utente.
Oltre la garanzia legale – I produttori di beni soggetti a requisiti di riparabilità ai sensi di atti giuridici dell’Unione saranno obbligati a riparare un prodotto fino a 5-10 anni dopo l’acquisto (a seconda della tipologia), a meno che ciò non sia tecnicamente impossibile.
Le merci per cui attualmente esistono requisiti di riparabilità includono lavatrici e lavasciuga domestiche, lavastoviglie domestiche, apparecchi di refrigerazione, display elettronici, apparecchiature di saldatura, aspirapolvere, server e dispositivi di archiviazione dati. Telefoni cellulari, telefoni cordless e tablet sono ancora fuori ma saranno inseriti a breve nell’elenco, non appena aggiornate le relative norme sull’ecodesign.
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Tre nuovi strumenti
La proposta “diritto alla riparazione” introduce anche altri tre elementi:
- una piattaforma digitale per mettere in contatto i consumatori con riparatori e venditori di prodotti ricondizionati presenti nella loro zona. Lo strumento consentirà di effettuare ricerche online per luogo e norme di qualità, aiutando le persone a trovare offerte interessanti e aumentando la visibilità dei riparatori;
- un modulo europeo di informazioni sulla riparazione, che i consumatori potranno richiedere a qualsiasi riparatore e che garantirà la trasparenza delle condizioni di riparazione e del prezzo e renderà più facile per i consumatori confrontare le offerte di riparazione;
- una nuova norma di qualità europea per i servizi di riparazione per aiutare i consumatori a individuare i riparatori che si impegnano a offrire una qualità superiore. Questa norma per una “riparazione facile” sarà aperta a tutti i riparatori in tutta l’UE che intendono impegnarsi a favore di norme minime di qualità, basate ad esempio sulla durata o sulla disponibilità dei prodotti.