Sviluppata dal Centro Ricerche ENEA di Portici, “l’etichetta wireless” consentirà il monitoraggio la temperatura del prodotto. La principale e naturale applicazione riguarda la conservazione degli alimenti e di prodotti medico farmaceutici
Nessuna batteria e bassi costi di produzione per la smart label che aiuta la conservazione degli alimenti
(Rinnovabili.it) – In fatto di nuovi materiali e nuove tecnologie per la conservazione degli alimenti la ricerca italiana sta compiendo significativi passi in avanti. Solo poche settimane fa dal Centro Ricerche di Brindisi di ENEA arrivava notizia di nuove bioplastiche funzionali per l’imballaggio alimentare. Innovativi materiali biodegradbili per packaging dalle spiccate proprietà antiossidanti e antifungine in grado di cambiare colore in caso di deterioramento del cibo.
Va nella stessa direzione il nuovo brevetto – sviluppato sempre da ENEA, ma questa volta presso il Centro Ricerche di Portici – pensato per monitorare lo stato di conservazione degli alimenti e, in generale, di tutti i prodotti deperibili, compresi quelli in ambito medico e farmaceutico. Inserito direttamente nell’etichetta, l’indicatore wireless non richiede batterie o sensori ed è in grado di segnalare con un semplice “si-no” il superamento di una soglia prestabilita di temperatura. Ciò, com’è chiaro, consentirebbe di mantenere il prodotto alla giusta temperatura, ma anche di verificare eventuali variazioni subite dal prodotto e, quindi possibili deterioramenti.
“Il sistema da noi brevettato è caratterizzato da un basso costo di produzione e, diversamente da altri dispositivi tag passivi – cioè senza batteria – può rilevare l’evento termico anche quando non è in prossimità di un lettore, memorizzando le informazioni relative ad un picco di temperatura indesiderato nell’istante in cui si verifica”, ha spiegato Riccardo Miscioscia, ricercatore del Laboratorio di Nanomateriali e Dispositivi.
Il dispositivo, descritto dagli stessi ricercatori come un “termometro hi-tech”, funziona con tecnologia RFID ad alta frequenza (Radio-Frequency Identification) e non compromette il trasferimento d’informazioni tra l’etichetta del prodotto e un lettore convenzionale. L’etichetta intelligente potrà pertanto essere utilizzata nell’intera gestione della catena del freddo e nella movimentazione di campioni biologici, nel campo della logistica di merci deperibili e, in generale, in tutti i casi in cui occorra rilevare il superamento di una data temperatura di conservazione.
“La sfida ora è quella di integrare nelle etichette RFID uno o più sensori per garantire che le proprietà dell’oggetto tracciato non siano state alterate volontariamente o involontariamente da cause esterne”, ha concluso Miscioscia.
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