Rinnovabili

Sperimentati circuiti elettronici di carta che rispettano l’ambiente

Adattato da ACS Applied Materials & Interfaces 2022, DOI: 10.1021/acsami.2c13503

Circuiti elettronici di carta monouso, possono anche essere bruciati con minori impatti ambientali della plastica

(Rinnovabili.it) – Una delle odierne sfide ambientali è trovare un modo per gestire la crescente quantità di circuiti elettronici smaltiti nei rifiuti. Come? Ad esempio realizzandoli a partire dal materiali ecologici e rinnovabili, a basso impatto ambientale Uno studio della Binghamton University, pubblicato su ACS Applied Materials & Interfaces, ha sperimentato una possibile soluzione: un circuito elettronico di carta.

La maggior parte dei piccoli dispositivi elettronici contiene circuiti stampati realizzati con fibre di vetro, resine e cablaggi metallici. Un mix di elementi difficile da riciclare.

Per facilitare il compito, il team della Binghamton ha sperimentato una nuova tecnica che prevede la stampa con cera su carta di un modello di circuito. Successivamente, il foglio viene cotto facendo in modo che la cera impregni solo le parti su cui è stata applicata, rendendole isolanti. Sullo scheletro del circuito, libero dalla cera, il team ha applicato un gel elettrolita, sul quale il laboratorio ha stampato con inchiostri a base d’argento e di altri metalli conduttivi.

Il risultato che ne è derivato è un circuito elettronico funzionale, con resistori, condensatori e transistor, ma più economico e più semplice da smaltire. Sottile “proprio come la carta”, quest’ultimo può essere bruciato completamente, lasciando soltanto cenere. 

Secondo il team guidato dal Prof. Seokheun Choi questo circuito può essere lasciato degradare quando non più necessario: gli eventuali impatti derivanti sarebbero nettamente inferiori a quelli che accompagnano lo smaltimento dei tradizionali dispositivi composti dalle componenti elettroniche tradizionali. “Il nostro circuito interamente di carta” ha spiegato Choi “sarà migliore in termini di eco-compatibilità rispetto alla tecnica convenzionale che utilizza componenti elettroniche non biodegradabili […] Il mio prossimo lavoro sarà sostituire i metalli non biodegradabili con quelli biodegradabili.”

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