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Cera d’api e carta, così la bottiglia d’acqua dice addio alla plastica

Il progetto “paper water co” del designer industriale Luigi Rausch combina le proprietà dei due materiali in un contenitore perfettamente compostabile e ipoallergenico

bottiglia acqua carta cera d'api

 

(Rinnovabili.it) – Carta traslucida e cera d’api per sostituire le tradizionali bottigliette d’acqua in plastica. L’idea del designer industriale Luigi Rausch punta a cambiare le abitudini delle persone rendendo ancora più semplice e conveniente il riciclo. Con il suo progetto “paper water co” mette a disposizione un oggetto che può essere gettato, riciclato tramite compostaggio o restituito al produttore per tornare all’inizio del ciclo produttivo. E senza perdite di tempo per il consumatore.

Per raggiungere lo scopo, il punto centrale è la scelta dei materiali. La bottiglia d’acqua di carta è quindi composta da cera d’api e carta traslucida. La cera d’api è un’alternativa interessante alla plastica, conosciuta e usata fin dall’antichità per le sue ottime proprietà sigillanti di borracce e calici di origine animale. In più si tratta di un materiale edibile, ipoallergenico e antibatterico, oltre ad esaltare le sue proprietà in presenza di umidità, e ha una lunghissima durata di vita. Per quanto riguarda la carta traslucida, ha il vantaggio di essere realizzata al 100% in fibre di legno, ma, soprattutto, di essere naturalmente semitrasparente. Infatti, durante la fase di progettazione, il designer si è reso conto di quanto sia importante rendere visibile l’acqua agli acquirenti.

 

bottiglia acqua carta cera d'api 1L’esterno del contenitore manca di rivestimento al fine di permettere un migliore compostaggio. I tempi previsti, in base a esperimenti sui prototipi, si aggirano intorno alle 6 settimane, al termine delle quali la parte cartacea è completamente biodegradata mentre rimane la sola cera d’api. Anche la cera ha la sua utilità nell’ottica del compostaggio, dal momento che si tratta di un materiale di cui si nutrono diversi insetti come ad esempio le tarme.

Il tempo di 6 settimane, ovviamente, riguarda condizioni di compostaggio ottimali, con appropriati valori di ossigenazione, umidità e luce solare, che possono essere facilmente raggiunte in ambito domestico ma che mancano quando le bottigliette di carta finiscono semplicemente in discarica. Per ovviare a questo problema, l’intero sistema è stato riprogettato attorno all’idea di upcycling. Così ogni contenitore è anche a rendere: è pre-etichettato con le specifiche dell’azienda che l’ha prodotto, in modo che per il consumatore sia semplice e veloce rispedirlo indietro.