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Cannucce sostenibili con la bioplastica dagli scarti del legno

Risolvere l’annoso problema dell’inquinamento delle cannucce senza rinunciare alla qualità dei prodotti: un team di ricercatori dell’ACS Omega ha sviluppato una nuova bioplastica a base di sostanze naturali e di scarto

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Lignina, fecola di patate e acido citrico: la ricetta per nuove cannucce biodegradabili

(Rinnovabili.it) – Sotto attacco da diversi anni, le cannucce usa e getta sono ritenute tra i grandi responsabili della diffusione dell’inquinamento da plastica. Oggi un nuovo studio dell’American Chemical Society Omega sta indagando la possibilità di realizzarle con una bioplastica composta da sostanze naturali come l’amido o la lignina. 

In diverse regioni degli USA la produzione di cannucce è già vietata, così come in Europa, e sono state sviluppate diverse alternative che però hanno una serie di problemi che le rendono poco efficaci, tra costi di produzione o pessima resa; i chimici dell’ACS Omega stanno invece sviluppando nuovi prodotti che mantengono intatte le caratteristiche delle classiche cannucce da drink, ma sono realizzate con una nuova bioplastica composta da sostanze degradabili e naturali ma più resistente della plastica tradizionale. 

Dimenticate le cannucce di carta che si sciolgono nei drink

Sono diverse le aziende che stanno investendo in ricerca per la realizzazione di cannucce non inquinanti, ma gran parte dei risultati raggiunti fino a ora lasciavano a desiderare. Da un lato è cresciuta la produzione di cannucce in carta, che però tendono a essere troppo fragili e a assorbire i liquidi in cui sono immersi divenendo in breve tempo inservibili, dall’altro ci sono soluzioni semi permanenti o permanenti, come le cannucce in metallo o in canna da zucchero, che però necessitano di produzioni industriali energivore e consumo di materia. 

Le nuove cannucce in bioplastica potrebbero risolvere entrambi questi limiti perché prodotte con materiali di scarto come lignina e amido, che sono sottoprodotti di processi industriali e pertanto rappresentano una soluzione decisamente più economica.

Il gruppo ha scoperto che la resistenza lignina è utile a superare la fragilità dell’amido quando a essi viene aggiunto un agente reticolante naturale come l’acido citrico. Viene così generato un film particolarmente resistente, stabile se immerso in acqua ma facilmente degradabile per essere smaltito. 

Come sono composte le nuove cannucce in bioplastica

Le nuove cannucce sono composte da una bioplastica ottenuta mischiando lignina e amido di patate o alcol polivinilico, con aggiunta di acido citrico. Da queste sostanze viene generato un liquame che viene disteso in uno strato molto sottile e poi arrotolato, per dargli la tradizionale forma di cannuccia: a questo punto la bioplastica automaticamente “incolla” i lembi in maniera naturale, e la chiusura viene poi saldata tramite un trattamento termico. 

Le cannucce così formate si sono dimostrate più forti di quelle classiche in polipropilene, ma  anche più flessibili. Lo speciale film in bioplastica, inoltre, garantisce protezione dai raggi UV che apre la strada a nuove possibili applicazioni come l’utilizzo per le finestre.