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Inventata una bioplastica compostabile in 3 settimane

bioplastica compostabile
Un team guidato da ricercatori dell’Università di Washington ha sviluppato nuove bioplastiche ottenute da cellule di cianobatteri blu-verdi in polvere, altrimenti note come spirulina. Qui Mallory Parker, ricercatore in scienze dei materiali e ingegneria dell’UW, mostra un cubo di bioplastica a base di spirulina. Credit: Mark Stone/University of Washington

La spirulina ha proprietà ignifughe e di stoccaggio del carbonio, il che rende la bioplastica compostabile ancora più sostenibile

(Rinnovabili.it) – Può esistere una bioplastica compostabile che si degrada con la velocità di una buccia di banana? La risposta è sì, e a darla è un team guidato da ricercatori dell’Università di Washington. Il gruppo ha sviluppato il biomateriale testando il tempo di degradazione in un classico bidone da compost domestico. La bioplastica è stata realizzata partendo da cellule prelevate dalla polvere di cianobatteri blu-verdi, cioè dalla spirulina. Il team ha utilizzato calore e pressione per dare alla polvere di spirulina varie forme, la stessa tecnica di lavorazione utilizzata per creare la plastica convenzionale. Ha ottenuto una bioplastica compostabile con proprietà meccaniche paragonabili alle plastiche monouso derivate dal petrolio. Dato il successo dell’esperimento, i ricercatori hanno pubblicato i risultati su Advanced Functional Materials.

La spirulina è largamente utilizzata per vari alimenti e cosmetici e coltivata quindi su larga scala. Inoltre, le cellule di spirulina sequestrano l’anidride carbonica man mano che crescono, rendendo questa biomassa una materia carbon-neutral o perfino carbon-negative

I pregi della bioplastica a base di spirulina

“La spirulina ha anche proprietà ignifughe uniche”, ha affermato Hareesh Iyer, autore principale dello studio e studente di dottorato in scienze dei materiali e ingegneria dell’ateneo. “Quando esposta al fuoco, si autoestingue all’istante, a differenza di molte plastiche tradizionali che bruciano o si sciolgono. Questa caratteristica rende le plastiche a base di spirulina vantaggiose per applicazioni in cui le plastiche tradizionali potrebbero non funzionare”. Un esempio? Gli armadi che reggono gli hardware nei data center, “perché i sistemi utilizzati per mantenere i server freddi possono diventare molto caldi”.

Calore e pressione applicati nel processo sono necessari anche per produrre la plastica convenzionale, spiegano gli esperti. Per questo, potrebbe non essere necessario modificare gli impianti attuali per scalare la produzione della bioplastica biodegradabile.
La biodegradazione non è lo scenario di fine vita a cui gli scienziati guardavano inizialmente. Infatti, le bioplastiche a base di spirulina sono riciclabili meccanicamente. Tuttavia, sapendo che i tassi di riciclo sono ancora molto bassi, il fatto che possa degradarsi facilmente nell’ambiente ne fa un materiale a cui guardare con crescente interesse.

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