La Biopelle prodotta con avocado e creata da due studentesse cinesi di design, vince il primo posto agli IED Avant Défilé 2023
Oltre 800 i votanti tra professionisti, docenti, studenti e addetti al settore, per l’evento della nota Scuola di Moda milanese
(Rinnovabili.it) – La collezione Natural Rhapsody creata da Susy Zhang e Jieru Yang è la nuova vincitrice dell’IED Avant Défilé 2023, l’evento della Scuola di Moda IED Milano. Ad aggiudicarsi il primo premio è l’originale linea di abbigliamento in biopelle creata con un procedimento naturale che riutilizza semi e polpa di avocado.
Per la prima volta l’evento si è aperto alla città di Milano dove, presso l’Arco della Pace, ben 800 persone, tra professionisti del settore, aziende, docenti, studenti, giornalisti e pubblico, hanno votato le 13 creazioni dei 17 diplomati in Fashion Design e Shoes and Accessories Design IED Milano.
Dall’avocado alla biopelle
Le diplomande di origine cinese hanno convinto i votanti grazie alla sostenibilità della loro realizzazione, unita alla funzionalità ed alla ricerca dei materiali. Attraverso un processo naturale i semi e la polpa di avocado sono trasformati in biopelle. Tinture naturali quali tè nero, eucalipto, lonicera e un allume in grado di creare un effetto cristallizzato completano i capi totalmente biodegradabili.
“Immaginiamo un futuro distopico, un mondo, tra 150 anni, in cui gli unici elementi riconducibili alla natura sono proprio i capi”, sottolineano le due designer.
Accanto alla biopelle vincitrice, sono numerose le proposte che si sono distinte per sostenibilità dei processi ed attenzione alle risorse. Come Cydia di Vittoria Cinelli e Samuele Gramegna, collezione sportiva che combina le esigenze della produzione all’utilizzo di tecnicismi nel cycling. L’innovazione è espressa sia nei materiali che nella loro manipolazione.
Un’altra creazione degna di nota è TUTTI HANNO PAURAdi Alessio Dolfi & Carlotta Mora in collaborazione con il brand Paura: sovvertendo le regole sartoriali e di composizione classiche, i designer danno vita a una collezione zero waste che punta sul riuso con capi e accessori che giocano con volumi innovativi e sperimentali, creati partendo dalle forme estrapolate dal tradizionale gioco cinese del Tangram. “Dalle forme casuali che il gioco genera, siamo andati a ricomporre nell’incertezza del risultato finale”.
Anche 21:12 di Greta Masserini investe nella sostenibilità con un 100% denim che prende nome dal numero di elementi impiegati per la manipolazione (12 o 21) e recuperati da scarti di denim tinti con la curcuma, pigmento naturale, in collaborazione con Pure Denim, per una concreta attenzione alla sostenibilità. Infine Blind Spot di Emilia Nardi punta alla semplificazione e alla pulizia a livello modellistico, scommettendo sull’essenzialità: la riduzione e l’eliminazione di tagli, accessori, zip e bottoni, diventa la base per il futuro riuso dei capi in termini di upcycling.