Grazie alla bioluminescenza delle diatomee, una famiglia di alghe microscopiche, Pani Jurek ha creato una lampada che si alimenta e ricarica con la fotosintesi
(Rinnovabili.it) – Fra i tanti organismi più o meno misteriosi che vivono nelle profondità dell’oceano ci sono le diatomee. Queste microscopiche alghe hanno una caratteristica speciale: la bioluminescenza. In parole semplici, sono in grado – esattamente come diversi altri animali e vegetali – di emettere luce. In pratica sono delle lampade viventi a tutti gli effetti.
E “lampada vivente” è il nome scelto da Pani Jurek per la sua ultima creazione, che basa tutto proprio sulla bioluminescenza. La sua è una lampada per così dire ad acqua di mare, nella quale galleggiano un gran numero di diatomee. La particolarità? Grazie a questi organismi, è una lampada che non ha bisogno di essere alimentata o ricaricata. Per realizzarla, Jurek ha richiesto il supporto di Stanisław Loboziak, biologo del Centro scientifico Copernico di Varsavia.
Questo non significa che le lampade viventi siano eterne. Per il momento, in base al tasso di sviluppo e crescita delle diatomee usate, le lampade emettono luce per 6-9 mesi. Nulla vieta, ad ogni modo, di calibrare diversamente la quantità di diatomee in funzione delle dimensioni della lampada per variarne la durata. Ma l’obiettivo principale di Jurek è mostrare le potenzialità della bioluminescenza: in futuro potrebbe illuminare case, strade e intere città senza pesare sugli equilibri del pianeta nel modo in cui le fonti di energia convenzionali di oggi fanno.