Sempre più utilizzati per ridurre la materia prima, gli imballaggi a pareti sottili hanno pro e contro
(Rinnovabili.it) – Gli imballaggi a pareti sottili continuano a rappresentare una strategia chiave per migliorare l’uso efficiente delle risorse. Questo approccio, incluso nelle “quattro R” della sostenibilità (riduci, riutilizza, ricicla e rinnova), è sempre più presente nell’ambito del packaging flessibile e rigido. Con il termine “imballaggi a pareti sottili” si definiscono quei materiali caratterizzati da design sottile e leggero.
Secondo Towards Packaging, che ha svolto un’analisi di mercato del settore, si prevede una crescita importante nei prossimi anni. Composto principalmente da plastica, inclusi PET, polipropilene (PP) e altri polimeri leggeri, il packaging sottile sfrutta i vantaggi intrinseci della plastica rispetto ad alternative come carta, vetro o alluminio. La previsione è che il mercato, partendo dai 49,9 miliardi di dollari del 2023, raggiungerà un valore globale di 76,77 miliardi di dollari entro il 2032, con un tasso di crescita annuale del 6,4%.
Il packaging sottile in plastica trova ampia applicazione, specialmente nell’industria alimentare e delle bevande. Viene utilizzato per contenitori di latticini, cibi surgelati, frutta, verdura, prodotti da forno, pasti pronti, succhi, zuppe e carni. Sono due i segmenti chiave del mercato: contenitori aperti nella parte superiore e coperchi.
Dal punto di vista geografico, il Nord America svolge la parte del leone, con una quota di mercato del 30%. Nel contempo, la regione Asia-Pacifico si configura come altro attore chiave, contribuendo a più della metà della produzione mondiale di plastica.
Nonostante il momento positivo, il packaging sottile dovrebbe essere valutato in modo olistico all’interno dell’intera catena di approvvigionamento. Sebbene possa sembrare la decisione giusta in base a una valutazione del ciclo di vita focalizzata sulla riduzione delle materie prime, è necessario considerare potenziali svantaggi. Tra questi, un aumento della probabilità di rotture o della fuoriuscita del prodotto. Per questo, i maggiori investimenti dovrebbero andare oltre le materie prime e concentrarsi sul riutilizzo e le materie prime seconde.