(Rinnovabili.it) – Quando si tratta di economia circolare, l’Italia è una vera e propria potenza. Il Belpaese si piazza davanti a Spagna, Francia, Germania e Polonia grazie ad un’elevata percentuale di riciclo dei rifiuti, un buon tasso di tasso di utilizzo della materia prima seconda e un’ottima produttività delle risorse. Ma qui e là risuonano campanelli d’allarme che richiedono oggi di alzare l’attenzione, calcando i segni lasciati dalle eccellenze nazionali. A ricordarlo è Mauro Spagnolo, direttore del quotidiano Rinnovabili.it in apertura del Talk “Le Eccellenze dell’Economia Circolare Italiana”. L’evento, curato dalla testata, si è tenuto questo pomeriggio nella cornice dello Young Innovators Business Forum, la grande manifestazione dedicata all’innovazione, alle nuove generazioni e alla transizione ecologica e digitale.
Uno scenario perfetto, ha spiegato Spagnolo, per “fornire un quadro più obiettivo e attuale possibile su quella che è la situazione dell’economia circolare in Italia”, settore nato all’insegna delle nuove tecnologie e della capacità di innovare.
Come ha sottolineato il direttore di Rinnovabili.it citando i dati del recente report di Circular Economy Networked Enea, oggi la nostra nazione “è il primo paese in Europa per quota di rifiuti avviati al riciclo, con un 73% contro una media in Europa di poco più del 50%. ed sempre il primo in Europa per i valori pro capite, con ben 969 kg di rifiuti riciclati ogni anno per abitante”.
Se parte del merito va all’impegno degli utenti nella raccolta differenziata, l’altro grande contributo arriva dai consorzi e dai sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore che operano ogni giorno sul territorio. Realtà come Erion, organizzazione multiconsortile (RAEE, accumulatori e pile, rifiuti tessili, rifiuti di imballaggi, rifiuti dei prodotti del tabacco) creata dai Produttori per l’ambiente e la collettività. “Ci occupiamo di economia circolare – ha spiegato Danilo Bonato, Direttore generale ERION Compliance Organization – che è l’unica economia possibile non solo perché disaccoppia la crescita dall’uso delle risorse, ma anche perché è una fucina di opportunità per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico”. “Nel 2022 – ha rivelato Bonato – il sistema Erion ha gestito circa 260mila tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici – dal computer al frigorifero, dal trapano elettrico all’aspirapolvere – da cui abbiamo ricavato 220mila tonnellate di materie prime seconde da re-inserire nei cicli produttivi”. Evitando in questo modo l’emissione di 1,8 milioni di tonnellate di CO2 eq. Questa attività richiede moltissima innovazione, competenze e investimenti in tecnologie che permettano di aumentare la qualità e la precisione del riciclo. Recuperando anche gli elementi più difficili. Anche per questo Erion è oggi impegnata in diverse iniziative per spostare in alto l’asticella. Progetti come New-RE per il recupero e la valorizzazione del neodimio dai magneti permanenti dei prodotti elettronici.
Innovazione e capacità di anticipare sono due tratti distintivi anche del CONOU, il Consorzio Nazionale degli Oli Minerali Usati. La realtà, eccellenza dell’economia circolare italiana, trasforma gli oli lubrificanti usati da rifiuti a risorse di alta qualità. “Nasciamo 40 anni fa sul principio della responsabilità estesa del produttore”, ha affermato Riccardo Piunti, Presidente CONOU, dal palco dell’evento. “Ci occupiamo di raccogliere a titolo gratuito l’olio minerale usato in 103mila punti diversi in Italia, dai meccanici alle fabbriche”. E una volta raccolto il consorzio lo rigenera in un processo che permette di ottenere un prodotto di serie A, della stessa qualità dell’olio vergine. In Europa, togliendo il dato italiano, arriva alla rigenerazione solamente il 55 per cento degli oli minerali usati (e non sempre con buoni risultati finali); il resto viene bruciato. Grazie all’attività del CONOU, il Belpaese può vantare una percentuale di rigenerazione del 98-99 per cento ed un’elevata qualità che ne permette la reimmissione nel ciclo produttivo. Non solo. “Raccogliendo olio minerale dalla ‘miniera’ del rifiuto oltre a ridurre l’impatto ambientale, risparmiamo oltre 130 milioni all’anno di importazioni di petrolio in Italia”.
Altra eccellenza italiana che ha inglobato l’innovazione nel suo DNA, è il COBAT. “Cobat nasceva 30 anni fa come consorzio obbligatorio per la raccolta delle batterie al piombo”, ha spiegato nel suo intervento Michele Zilla, Amministratore delegato COBAT. “Dopo 30 anni nessuno si pone più il problema di come intercettare e riciclare” questa risorsa. E oggi “tutte le batterie che acquistiamo nelle nostre officine sono tutte fatte con piombo riciclato. La curva di conoscenza del prodotto ha permesso al sistema economico di svilupparsi”. Questa stessa evoluzione oggi interessa alcuni dei prodotti della transizione ecologica come i pannelli fotovoltaici e le batterie agli ioni di litio, due delle 5 filiere di cui si occupa ora la piattaforma COBAT. Sul fronte dei RAEE fotovoltaici la realtà possiede una rete di impianti che vanno a intercettare e a gestire sul territorio nazionale i moduli per poi “mettere in circolo le materie prime che il pannello contiene”. COBAT ha anche sviluppato, assieme al CNR, un brevetto per il trattamento delle batterie agli ioni di litio. La tecnica impiega un processo chimico idrometallurgico che massimizza il recupero del litio, oltre a consentire l’estrazione dei diversi altri materiali target presenti all’interno della batteria.
Sul palco dello Young Innovators Business Forum è salito anche il CIB, il consorzio che rappresenta il comparto italiano della produzione di biogas e biometano in agricoltura. Il settore ha da sempre una profonda connessione con il modello dell’economia circolare. “Da quando è stata sviluppata la digestione anaerobica è possibile ridurre la produzione di rifiuti organici”, ha sottolineato Christian Curlisi, Direttore del CIB. “Le nostre aziende recuperando i reflui zootecnici, gli scarti di lavorazione delle industrie agroalimentari e quelli delle produzione agricole, vanno a valorizzare il rifiuto estraendo tutte le componenti utili che poi diventano energia elettrica, calore, biometano per i trasporti o per gli usi finali. Questo ci ha permesso negli anni di capire, grazie allo sviluppo tecnologico e alla ricerca e all’intraprendenza dei soci CIB che non era un’economia circolare chiusa su se stessa”. E in questi ultimi anni si è ulteriormente espansa, grazie anche alla produzione di biometano, seguendo il modello del Biogasfattobene®. “Negli ultimi 10 anni questo modello ha portato a più 4,5 miliardi di euro di investimenti nel settore primario, 12mila posti di lavoro stabili”.
Ha chiuso il cerchio, Gianluca Copparoni, Ceo Value Promo, che ha portato al talk l’esperienza particolare della sua azienda. “Noi applichiamo la tecnologia affinchè chi distribuisce i volantini venga controllato e seguito lungo tutto il ciclo vitale del prodotto, dalla tipografia alla cassetta postale fino a raggiungere la raccolta differenziata. Il nostro obiettivo è di fare in modo che i distributori abbiano la possibilità di diventare un garante di questo percorso”.