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Cosmetica, arrivano i microgranuli biodegradabili

Un team dell'Università di Bath ha sviluppato microperle in cellulosa biodegradabile come sostitute di quelle in plastica usate nella moderna cosmesi

microgranuli biodegradabili

 

(Rinnovabili.it) – Con una sola doccia, rischiamo di disperdere nel mare 100 mila piccoli pezzettini di plastica. Sono le microbead – note anche come microgranuli o microperle – sfere grandi meno di mezzo millimetro che vengono aggiunte a prodotti per l’igiene personale e per la pulizia, come dentifrici, cosmetici, creme solari per dare loro una consistenza liscia. Il problema è che sono troppo piccole per essere rimosse dai sistemi di filtrazione delle acque reflue e dunque finiscono nei fiumi e negli oceani, dove vengono ingeriti da uccelli e pesci. Si stima che ogni anno 8 milioni di tonnellate di microperle vengano disperse nelle acque di fiumi e oceani.

 

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Una possibile soluzione arriva dall’Università di Bath, in Gran Bretagna, dove un team di ricerca ha sviluppato un sistema per produrre un’alternativa biodegradabile e realizzabile su scala industriale.

Le perle in questione sono costituite da cellulosa, il materiale che forma le fibre del legno e delle piante. Gli scienziati hanno dissolto la cellulosa, organizzando delle gocce in minuscole sfere. Le microperle sostenibili sono abbastanza resistenti da rimanere stabili durante il lavaggio, ma possono essere destrutturate negli impianti di depurazione o anche nell’ambiente, dopo un breve periodo di tempo.

 

Secondo i ricercatori, è possibile usare cellulosa proveniente anche dal riciclo, come quello della carta. I risultati del lavoro sono stati pubblicati dalla rivista ACS Sustainable Chemistry and Engineering.

“Le microsfere utilizzare dall’industria cosmetica – spiega Janet Scott, del Centro per le Tecnologie Chimiche Sostenibili dell’Università di Bath – sono in genere costituire da polietilene e polipropilene, economici e facili da produrre. Tuttavia questi polimeri sono derivati del petrolio e i tempi di degradazione sono di centinaia di anni. Ora abbiamo sviluppato un sistema per creare le microperle a partire dalla cellulosa, che non solo è una risorsa rinnovabile, ma si biodegrada in zuccheri che non possono creare danni all’ambiente. Speriamo che in futuro possano diventare il sostituto standard per le microbead in plastica”.

 

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