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Come eliminare i metalli pesanti dai biosolidi senza inquinare

eliminare i metalli pesanti
Via depositphotos.comGreat for recycle and environmental themes.

Rame, zinco e altri metalli pesanti rappresentano un problema finora difficile da risolvere nel processo di depurazione

(Rinnovabili.it) – Un gruppo di ricercatori australiani ha trovato un modo economico ed ecologico per eliminare i metalli pesanti, tra cui rame e zinco, dai biosolidi. Questi sottoprodotti del processo di depurazione, presentano spesso buone concentrazioni di metalli utili e il recupero può diventare un settore strategico.

Il lavoro del team è stato guidato dalla RMIT University di Melbourne in collaborazione con South East Water e Manipal University in India. L’esperimento ha permesso di scoprire metodi per la rimozione dei metalli pesanti riciclando i rifiuti liquidi acidi prodotti durante la fase di recupero, invece di smaltirli.

Il processo, pubblicato sulla rivista Hydrometallurgy, avviene in tre fasi: estrazione, purificazione e recupero. Per l’estrazione è stato utilizzato un trattamento con acidi. Il percolato acido primario è stato continuamente riciclato fino a quando i metalli disciolti nella soluzione hanno raggiunto la giusta concentrazione. A questo punto, sono stati recuperati tramite processi di precipitazione e adsorbimento con idrossido di sodio. 

“Mentre la fase di estrazione del metallo è la più critica nel processo idrometallurgico complessivo, la purificazione del percolato e il recupero del metallo sono i più impegnativi, perché i solventi acidi hanno una scarsa selettività durante la solubilizzazione del metallo”, si legge nel paper

Solo l’acido citrico si è dimostrato competitivo con gli acidi minerali nel raggiungere circa il 70% di estrazione di metalli pesanti al 5% di carico di solidi. Questo basso contenuto di solidi ha favorito l’estrazione dei metalli e prodotto un flusso di percolato con concentrazione di metallo diluito adatta al riciclo. 

“Con un ulteriore trattamento, i biosolidi possono essere trasformati in biochar di alta qualità”, spiega il capo ricercatore della RMIT University, Kalpit Shah. “Si tratta di una risorsa energetica rinnovabile con una vasta gamma di applicazioni, come i fertilizzanti”.
Il processo sviluppato, infatti, garantisce che i biosolidi risultanti dal processo di depurazione non rilascino metalli pesanti nell’ambiente e trattengano i nutrienti da riutilizzare.

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