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Circularity Gap Report 2019: l’economia circolare globale è solo all’8,6%

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Foto di Roberto Bellasio da Pixabay

Credit: Samuel John (CC BY-SA 2.0)
Credit: Samuel John (CC BY-SA 2.0)

Circularity Gap Report 2019 invita i governi a passare ad un’economia circolare che massimizzi l’uso delle risorse esistenti, riducendo la dipendenza da materie prime vergini

(Rinnovabili.it) – Era gennaio 2018 quando Circle Economy pubblicava il primo report globale sull’economia circolare i cui risultati sottolineavano come la nostra economia fosse tale solo al 9.1%. Dopo un anno la percentuale è scesa all’8.6% e la tendenza continua ad essere negativa. 

Il Circularity Gap Report 2019, appena lanciato al World Economic Forum di Davos, ha rivelato infatti che la quantità di materiale impiegato dall’umanità ha superato le 100 miliardi di tonnellate all’anno. Negli ultimi due anni i consumi sono cresciuti di oltre l’8%, mentre il riutilizzo delle risorse è sceso dal 9.1% (dato 2018) all’8.6%. “Rischiamo il disastro globale se continuiamo a trattare le risorse del mondo come se fossero illimitate”, ha affermato Harald Friedl, amministratore delegato di Circle Economy cosa che, dati alla mano, continuiamo a fare. La nostra economia globale sta fallendo sia per quanto riguarda le persone che il pianeta, sottolinea la seconda edizione del Circularity Gap Report, viste anche le tendenze al rialzo nell’estrazione delle risorse e nelle emissioni di gas serra. 

In media, secondo i dati raccolti, ogni persona sulla Terra utilizza più di 11 tonnellate di materiali all’anno. Nel 2017 sono stati consumati 100,6 miliardi di tonnellate di materiali di cui la metà è costituita da sabbia, argilla, ghiaia e cemento usati per l’edilizia, insieme ad altri minerali estratti per produrre fertilizzanti. Il terzo quarto è composto per il 15% da carbone, petrolio, gas e per il 10% da minerali metallici, mentre l’ultimo quarto da piante e alberi usati per l’alimentazione e i carburanti. Quasi un terzo dei materiali utilizzati nell’arco di 12 mesi rimangono in uso dopo un anno, come i veicoli, ma il 15% viene immesso nell’atmosfera in forma di gas serra e quasi un quarto è direttamente scartato nell’ambiente, come la plastica. Globalmente un terzo dei materiali viene trattato come rifiuto, per lo più destinato alle discariche. 

 

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I governi – continua Friedl – devono adottare urgentemente soluzioni di economia circolare se vogliamo raggiungere un’alta qualità della vita per quasi 10 miliardi di persone entro la metà del secolo senza destabilizzare i processi planetari”. Alcune nazioni stanno già compiendo importanti passi proprio in questa direzione, verso economie circolari dove l’energia rinnovabile sostiene sistemi in cui i rifiuti e l’inquinamento sono ridotti a zero. Carolina Schmidt, Ministro dell’Ambiente del Cile, ha dichiarato come questo rapporto sia “un allarme per tutti i governi. Dobbiamo implementare tutte le politiche per catalizzare davvero questa trasformazione [verso un’economia circolare]”. 

 

Il report sottolinea come ogni paese, da questo punto di vista, sia in via di sviluppo e abbia un ruolo fondamentale per la creazione di uno spazio ecologicamente sicuro e socialmente giusto per l’umanità. L’economia circolare è in grado di ridefinire la crescita basandosi su alcuni principi fondamentali, dall’utilizzo di energie e materiali rinnovabili, all’estensione della vita di un prodotto, passando per condivisione, riuso, riciclo.

 In Europa sono 13 le nazioni che hanno adottato politiche per l’economia circolare, tra cui Francia, Germania e Spagna. In Cina il divieto sulle importazioni di rifiuti, il cui scopo sarebbe quello di incoraggiare il riciclaggio domestico, ha stimolato lo sviluppo di strategie di economia circolare in Australia e in altri paesi. Ma fa notare Marc de Wit, autore principale del documento, “stiamo ancora alimentando la nostra crescita della popolazione e della ricchezza grazie all’estrazione di materiali vergini. Non possiamo farlo indefinitamente – la nostra fame di materiale vergine deve essere fermata”. Dobbiamo anche imparare a sostituire la proprietà con la condivisione come facciamo sempre più con le automobili, ha sottolineato Janez Potočnik, ex commissario europeo per l’ambiente e copresidente dell’UN Environment Programme. 

Il rapporto è fondamentale quindi per coadiuvare questa transizione e per individuare quelle leve chiave per raggiungere la circolarità globale. Per il 2020 l’iniziativa si propone di creare una Global Data Alliance il cui focus sia l’uso dei dati come strumento per il bene del pianeta.

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