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Le aziende europee non hanno ancora un modello circolare

Molti piani, poca concretezza. Le imprese in Europa attendono di vedere la nuova legislazione prima di darsi un modello circolare

modello circolare
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L’attendismo nel continente prevale e intanto si perde un’occasione di adottare un modello circolare

(Rinnovabili.it) – Non sono proprio ferme immobili, ma non è che stiano facendo granché per andare verso un modello circolare. Le aziende europee sono così, in mezzo al guado, pungolate dalla normativa ma comunque restie a fare con decisione un passo avanti. Sono più che altro sul “chi vive”, pianificando un po’ in attesa di vedere come le proposte europee arriveranno a meta. Molto potrebbe cambiare se verranno indebolite, a partire da quanto costerà adeguarsi e da quali incentivi ci saranno.

In poche, sostanzialmente, stanno muovendosi in anticipo rispetto alla legislazione. Questa almeno è la fotografia che ne fa una nuova ricerca di Acquapak, società impegnata nel settore della tecnologia dei materiali. L’azienda ha commissionato la ricerca ai sondaggisti di Pureprofile, che hanno intervistato produttori e utilizzatori di imballaggi sostenibili nel Regno Unito, in Italia e in Germania.

Lo studio mostra che la maggior parte delle imprese (l’85%) ha una strategia di economia circolare che prevede il riutilizzo e il riciclo di materiali e prodotti ​​più volte possibili, con il 21% che afferma che sarà completamente circolare entro tre anni. Quasi un quarto (24%) ha dichiarato che raggiungerà un modello circolare nell’arco di tre o quattro anni e un ulteriore 23% prevede di raggiungere questo obiettivo entro quattro o cinque anni. Tuttavia, l’11% ha affermato di non avere una strategia e un ulteriore 5% nemmeno ne era a conoscenza. In attesa del regolamento europeo sugli imballaggi, solo il 20% delle aziende ha affermato di stare agendo in anticipo rispetto alla legislazione. Il 45% ha invece dichiarato che si adeguerà in fretta alle nuove regole. C’è però un 24% che descrive il proprio tasso di trasformazione come “medio”, e il 10% come “molto lento”.

Nel frattempo, i cittadini sono già avanti. Un altro studio recente, basato sulle risposte di oltre 3 mila consumatori in Regno Unito, Italia, Francia, Germania, Svezia e Polonia, mostra che la riciclabilità è qualcosa che premia nelle scelte di acquisto.

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