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Anche per i rifiuti tessili proposta la responsabilità estesa del produttore

Per centrare gli obiettivi di raccolta, riuso e riciclo dei rifiuti tessili, la Commissione UE propone un regime EPR per il settore

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Il denaro raccolto tramite questo balzello sui produttori, andrebbe reinvestito in sistemi di raccolta e trattamento dei rifiuti tessili

(Rinnovabili.it) – Rendere i produttori responsabili della sorte dei rifiuti tessili, per migliorare la riduzione di questi volumi e favorire anche il riciclo. Sono gli obiettivi che per la Commissione Europea devono guidare la Strategia per il tessile circolare nel continente.

Per questo, ha recentemente proposto di rivedere la direttiva quadro sui rifiuti per introdurre un regime di responsabilità estesa del produttore (EPR) anche per quanto riguarda questo settore. La Commissione è convinta che l’iniziativa accelererà lo sviluppo della raccolta differenziata dei rifiuti tessili, la separazione, il riutilizzo e il riciclo. Dovrebbe inoltre definire chiaramente i rifiuti e i prodotti riutilizzabili, per bloccare l’export di rifiuti fatti passare per prodotti di seconda mano. Questi finiscono infatti spesso in paesi che non hanno i mezzi per riciclarli, generando un impatto ambientale.

Come ha spiegato l’esecutivo europeo in una nota, “i programmi EPR hanno avuto successo nel migliorare la gestione dei rifiuti di diversi prodotti, come imballaggi, batterie e apparecchiature elettriche ed elettroniche”. I produttori copriranno quindi i costi di gestione dei rifiuti tessili, fatto che dovrebbe incentivare la riduzione dei volumi, con un aumento della circolarità. Se devono pagare per smaltire, le aziende probabilmente progetteranno prodotti migliori fin dall’inizio, pensa Bruxelles. 

L’importo da versare per il regime EPR “sarà adeguato in base alle prestazioni ambientali dei prodotti tessili”, spiegano dalla Commissione. Il principio è noto come “eco-modulazione”. Queste norme, dovrebbero inoltre facilitare le operazioni di raccolta differenziata nei paesi membri, visto che dal 2025 dovrebbe diventare obbligatorio differenziare i diversi rifiuti tessili. I balzelli applicati alle aziende serviranno infatti per raccogliere un gruzzolo da reinvestire in impiantistica e programmi di riuso e raccolta.

La proposta della Commissione sarà ora esaminata dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Le tre istituzioni, come di consueto, si confronteranno in un trilogo da cui uscirà il testo definitivo.

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