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Al via la V Conferenza nazionale sull’economia circolare

economia circolare
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Politica, scienza, imprese e ambientalisti a confronto sulle sfide dell’economia circolare

(Rinnovabili.it) – Inizia domani a Roma, presso il Nazionale Spazio Eventi la V edizione della Conferenza nazionale sull’economia circolare. Il titolo è eloquente: “I consumi al bivio della circolarità” e l’incontro vuole far risaltare la fase critica che viviamo oggi, con la necessità di accelerare il processo di transizione dell’economia. Nel corso della mattinata, sarà presentato il quinto rapporto nazionale sull’economia circolare, realizzato dal Circular Economy Network in collaborazione con ENEA. Il dossier sarà illustrato da Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, insieme ad attori del mondo ambientalista, come Legambiente, di quello imprenditoriale (Confindustria), scientifico (ENEA) e politico. Prevista infatti la presenza del Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e di funzionari del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Il Rapporto, come ogni anno, raccoglie i dati più aggiornati sull’andamento dei principali indicatori di circolarità dell’economia italiana e propone una comparazione con le altre grandi economie del blocco europeo. Nella nuova edizione, inoltre, sarà possibile consultare un approfondimento sulle scelte dei consumatori, al quale hanno contribuito Legacoop e Ipsos.

Grazie al sondaggio, sarà possibile avere un’idea della propensione dei cittadini a considerare la sostenibilità e la circolarità nelle loro scelte di acquisto.

Nel pomeriggio, invece, è prevista una sessione che mette al centro le testimonianze di alcuni protagonisti dell’economia circolare, chiamati a dialogare su nuovi modelli di business, materie prime critiche, consumi e PNRR.
Lo scorso anno, il rapporto ha fotografato una situazione in chiaroscuro: sebbene l’Italia consumi annualmente una quantità di materia inferiore ad altri paesi europei, il dato globale racconta di un tasso di circolarità in diminuzione (dal 9,1 all’8,6% dell’economia) e comunque molto al di sotto di ciò che servirebbe per cambiare il paradigma. Finora non è mai stato possibile ottenere un disaccoppiamento stabile, duraturo e abbastanza ampio tra crescita dell’economia e consumo di materia. Potrebbe essere il momento di integrare nuove idee nelle politiche e nella ricerca.

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