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5 banche multilaterali pronte a investire nell’economia circolare

economia circolare
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Ormai le banche multilaterali di sviluppo hanno compreso il potenziale di investire nell’economia circolare

(Rinnovabili.it) – Le principali banche multilaterali di sviluppo del mondo stanno intensificando la loro cooperazione per investire nell’economia circolare con più forza. L’annuncio congiunto arriva al World Circular Economy Forum 2023 che si tiene ad Helsinki. 

Oltre alla BEI – la Banca Europea per gli Investimenti – sono coinvolte la Banca africana di sviluppo (AfDB), la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), la Banca interamericana di sviluppo (BID) e la Banca mondiale. Cinque colossi che puntano a mobilitare risorse pubbliche e private a supporto della circolarità dei processi produttivi.

“Finora i finanziamenti per progetti di economia circolare sono rimasti marginali – ha detto Ambroise Fayolle, vicepresidente della Banca europea per gli investimenti – Tutto questo deve cambiare. Lo sviluppo della capacità e degli strumenti per la corretta valutazione degli investimenti nell’economia circolare richiederà la collaborazione tra le istituzioni finanziarie. Il finanziamento dell’innovazione, inoltre, è particolarmente importante per sostenere l’emergere di soluzioni circolari”.

La spinta degli istituti è importante, perché è difficile altrimenti che una singola azienda ottenga finanziamenti. In questo settore il valore si crea in filiere composte da più società, non da una sola. Le singole aziende, in più, possono orientarsi verso nuovi modelli di business o tecnologie che gli investitori considerano rischiosi, perché non ne conoscono le potenzialità. Così finiscono per non investire nell’economia circolare. 

Per questo le banche multilaterali di sviluppo intendono rafforzare la loro cooperazione aumentando la quota di progetti legati all’economia circolare nel loro portafoglio di finanziamenti. Le banche vedono il potenziale del settore nel contributo che può dare ai paesi target nel migliorare la capacità delle economie di rispondere a sfide inaspettate e circostanze mutevoli. Probabilmente il complesso tra pandemia, crisi climatica e guerra in Ucraina ha fatto suonare qualche campanello. Oggi però sono arcinoti i problemi che l’economia lineare, basata sulla continua estrazione di materie prime, ha riscontrato negli ultimi anni. Le continue interruzioni nelle catene di approvvigionamento necessitano di un cambio di paradigma. E se non vogliamo chiamarla autonomia, dovremo darle un nome più alla moda. Economia circolare suona bene per tutti.

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