Da questo mese saranno progressivamente messi nell’UE al bando forni, cappe e piani cottura che non rispettino alti standard di risparmio energetico
(Rinnovabili.it) – Nella lista di elettrodomestici a risparmio energetico fanno capolino anche le cucine. Dopo aver esteso l’obbligo di etichetta energetica anche a forni a gas e cappe (fino a ieri solo i forni elettrici l’avevano) la Commissione Europea fa sapere di essere pronta a sbarazzarsi degli elementi più energivori. Entreranno così in vigore a partire dal 26 febbraio nuovi e più stringenti standard per forni e piani cottura ad alta efficienza, ampliando il raggio di portata della Direttiva europea sull’Ecodesign. Secondo l’Esecutivo si tratta non solo di una misura necessaria per dar corpo alla propria politica di risparmio energetico, ma anche di un beneficio diretto per i consumatori europei; in base ai calcoli effettuati da Bruxelles, cucine più efficienti sotto il profilo energetico vorranno dire, infatti, un risparmio medio di 50 euro all’anno sulla bolletta domestica. Solo a titolo esemplificativo, un forno elettrico che soddisfi le nuove norme potrebbe far risparmiare 230 euro per tutta la durata della macchina rispetto a quello in vendita oggi, mentre con un forno a gas ad alta efficienza la cifra sarebbe intorno ai 180 euro.
Con il nuovo regolamento, che entrerà in vigore dunque il prossimo giovedì, gli elettrodomestici da cucina più energivori verranno gradualmente eliminati entro il 2019 e i requisiti di efficienza riguarderanno da vicino anche i prodotti connessi alla rete (come modem, router, decoder, stampanti, web televisori, ecc), le nuove macchine da caffè e i sistemi di illuminazione; gli standard saranno ulteriormente rafforzati nel 2020. La legge permette tuttavia ai negozi di liberarsi degli stock inefficienti e gli attivisti ci tengono a mettere in guardia i consumatori dal pericolo di essere “sedotti” dal low cost delle svendite. “Il consumo energetico – ha affermato Stamatis Sivitos della campagna Coolproducts – non equivale alle prestazioni e troppo spesso i consumatori finiscono per acquistare prodotti che appaiono a buon mercato, ma che costano una fortuna nel funzionamento”.