Rinnovabili • One Health Rinnovabili • One Health

One Health, strategia interdisciplinare mondiale per la salute

La FAO promuove l’approccio One Health perché lo ritiene indispensabile per il raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite

One Health
Foto di fernando zhiminaicela da Pixabay

(Rinnovabili.it) – One Health è una strategia mondiale per intensificare le collaborazioni interdisciplinari nell’assistenza sanitaria dell’uomo, degli animali e dell’ambiente. L’obiettivo è il progresso dell’assistenza sanitaria pubblica grazie alla condivisione delle conoscenze scientifiche. Come dice il nome, la salute è una, un patrimonio unico da preservare e condividere a livello globale.

Data ormai per scontata l’interconnessione tra la salute delle persone, degli animali, delle piante e dell’ambiente, l’approccio integrato di One Heath è finalizzato a costruire un’analoga interconnessione tra studiosi dei diversi settori per lavorare al raggiungimento del benessere comune e per affrontare le eventuali minacce, come è successo con il Covid-19. Questa pandemia, che ha messo in crisi la salute umana a causa di un virus trasmesso dagli animali (si stima che il 60% dei patogeni umani abbia origine animale, circa tre quarti dei quali da esemplari selvatici), evidenzia la necessità di azioni coordinate per proteggere la salute e prevenire la crisi dei sistemi alimentari.

La FAO promuove l’approccio One Health perché lo ritiene indispensabile per il raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e sostiene la progettazione e l’attuazione di strategie comuni; incoraggia inoltre la condivisione dei dati epidemiologici e delle informazioni scientifiche tra Paesi diversi per pianificare risposte efficaci nelle emergenze sanitarie. Tra gli obiettivi della strategia One Health c’è anche la protezione della biodiversità e il sostegno alle buone pratiche in agricoltura per prevenire, mitigare e gestire le malattie delle piante (sono già stati costituiti gruppi di lavoro multisettoriali per studiare la resistenza microbica) e di conseguenza avere raccolti sufficienti a sfamare il maggior numero di persone. La condivisione delle buone pratiche dal campo alla tavola è anche in linea con le indicazioni della strategia europea Farm to Fork che mira al raggiungimento della sicurezza alimentare.

La FAO collabora con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE) a sostegno dei programmi One Heath.

Tra le priorità di One Health:

• rafforzamento dei sistemi di monitoraggio, sorveglianza e comunicazione per prevenire e rilevare l’insorgenza di malattie animali e zoonotiche e controllarne la diffusione;

• comprensione dei fattori di rischio per la diffusione delle malattie dalla fauna selvatica agli animali domestici e all’uomo per prevenire e gestire i focolai di malattie;

• sviluppare capacità di coordinamento e condivisione delle informazioni;

• rafforzare le infrastrutture veterinarie e fitosanitarie per produrre alimenti sicuri;

• aumentare le capacità dei settori alimentare e agricolo per combattere e ridurre al minimo i rischi della resistenza agli antimicrobici (a cui stanno lavorando congiuntamente EFSA, ECDC ed EMA);

• promuovere la sicurezza alimentare a livello nazionale e internazionale.

Precedente

Via libera agli insetti nel piatto?

Successivo

Il pollaio ecologico