L’aumento della popolazione urbana pone la sfida delle zone umide
(Rinnovabili.it) – Le città e la natura hanno una relazione difficile. All’espansione delle prime, corrisponde un ritiro e una sofferenza di quest’ultima. La pressione di fattori come l’aumento della popolazione urbana e la crescita economica minacciano severamente gli ecosistemi e la fauna selvatica. Le zone umide sono particolarmente a rischio: considerate in passato aree sostanzialmente inutili, da drenare e bonificare per l’uso umano, oggi sono drasticamente ridotte. Nel 1971 il mondo si è accorto della loro importanza per l’equilibrio ambientale e climatico, e un gruppo di governi ha siglato in Iran la Convenzione di Ramsar, con l’obiettivo di tutelarle e assicurare su questi delicati ecosistemi. L’Italia l’ha recepita nel 1976 e il 2 febbraio 1997 è stata istituita la prima giornata mondiale delle zone umide (World Wetlands Day).
Oggi quella ricorrenza compie 21 anni: la Convenzione è stata sottoscritta da 169 paesi e ha permesso di censire 2299 zone umide sul pianeta, per oltre 225 milioni di ettari.
Il World Wetlands Day 2018 si concentra proprio sulla relazione tra città e aree umide, cercando di offrire uno scenario a lungo termine per programmare politiche di gestione sostenibili. Oggi 4 miliardi di persone vivono nelle aree urbane, quasi il 50% della popolazione mondiale. Nel 2050 si stima che questa quota salirà al 66%, aumentando la pressione antropica sull’ambiente.
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Una popolazione urbana in rapida crescita comporta enormi sfide per i gli urbanisti. Devono garantire che le città possano offrire non solo servizi di base come l’alloggio, i trasporti e l’acqua, ma anche che siano sicure, resilienti e ecologiche. Per questo, nel 2018 la giornata mondiale delle zone umide sottolinea la necessità di proteggere questi ecosistemi e integrarli al meglio nella pianificazione, poiché indispensabili a rendere le città più vivibili.
Le zone umide urbane rappresentano un importante fattore di mitigazione dei cambiamenti climatici: assorbono le precipitazioni in eccesso, riducendo le inondazioni e prevenendo i disastri. L’abbondante vegetazione funge anche da filtro per i rifiuti domestici e industriali, contribuendo a migliorare qualità dell’acqua. Infine, queste aree offrono alle città spazi verdi ricreativi, in cui ritrovare benessere e svago.
Salvare le zone umide dalla desertificazione è l’imperativo della Convenzione di Ramsar: cambiamento climatico, inquinamento ed effetto serra, oltre alla caccia e all’introduzione di specie alloctone in numerose aree hanno depredato e ridotto questi cuscinetti di biodiversità. Solo in Italia le zone umide offrono rifugio a 192 specie di uccelli, il 31% di tutte quelle che vivono nel nostro paese.