(Rinnovabili.it) – Zolfo e bucce d’agrumi: questa la ricetta segreta della Flinders University per contrastare l’inquinamento da mercurio. Dall’inizio dell’era industriale ad oggi questo metallo di transizione è aumentato in maniera progressiva nel nostro ambiente, in particolare nei fiumi e negli oceani. Di conseguenza, riuscire a combatterne la tossicità e i suoi effetti nocivi sulla salute è divenuto di primaria importanza.
Il dottor Justin Chalker e il suo studente Max Worthington dell’ateneo australiano, sono convinti d’aver trovato una soluzione al problema, semplice, efficace e soprattutto economica. Per rimuovere il mercurio dall’ambiente hanno creato un nuovo materiale polimerico a partire dai rifiuti degli agrumi. L’ingrediente chiave è il polisolfuro zolfo-limonene, un polimero creato per l’appunto dallo zolfo e limonene – un idrocarburo aromatico presente nella pelle di arance e limoni.
Entrambi sottoprodotti di scarto del comparto industriale, questi due elementi si combinano mediante reazione diretta, producendo un nuovo polimero dotato di alta affinità con i metalli pesanti. Nei test è stato dimostrato che dopo un solo trattamento quasi il 50 per cento di mercurio in soluzione viene rimosso. Secondo i ricercatori, trattamenti successivi sono in grado di ridurre il livello di mercurio quasi fino al punto di rendere una fonte idrica nuovamente potabile.
Un altro vantaggio sorprendente del polisolfuro zolfo-limonene è quello di cambiare colore in risposta alla sua esposizione a questo metallo: questo effetto cromogeno può essere sfruttato anche come un rivelatore della presenza di inquinamento da mercurio. “Più di 70 milioni di tonnellate di zolfo vengono prodotte ogni anno dall’industria del petrolio, quindi si trovano letteralmente montagne di questo composto non utilizzate e presenti in tutto il mondo, mentre oltre 70 mila tonnellate di limonene sono prodotte ogni anno dal settore degli agrumi”, ha affermato Chalker. “Così questo nuovo polimero non solo possiamo risolvere il problema dell’inquinamento da mercurio, ma abbiamo anche l’ulteriore vantaggio ambientale di trasformare materiali di scarto in qualcosa di utile”.