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Zingaretti: il poker ambientale della mia regione

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Tra le tante priorità affrontate dalla giunta Zingaretti, quelle ambientali appaiono tra le meno conosciute. In realtà alcuni scenari legati in modo diretto alla qualità della vita dei cittadini hanno subito profonde e positive trasformazioni nel corso della breve vita dell’attuale giunta. Pensiamo al problema della raccolta e smaltimento dei rifiuti, al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici pubblici, allo sviluppo delle rinnovabili. Ne parliamo direttamente con il Presidente:

 

Mauro Spagnolo: Partiamo dal sistema di raccolta e gestione dei rifiuti solidi urbani. Dodici mesi fa lei denunciava che la raccolta differenziata della regione era inferiore di 20 punti a quella della media nazionale, ma nel frattempo è scoppiato lo scandalo su Malagrotta, l’implicazione di dirigenti della regione, l’istituzione del cosiddetto “commissario soft”. Debbo dire che questa delicatissima questione, specialmente nella capitale, sembra a noi cittadini essere sempre più irrisolta.

 

Nicola Zingaretti: Quando parliamo di innovazione nella gestione del ciclo dei rifiuti dobbiamo innanzitutto considerare che siamo arrivati, dopo molti anni, ad un risultato storico nel Lazio dove non vengono interrati rifiuti che non siano stati prima trattati. Un anno fa abbiamo dovuto fare i conti con un territorio dove gran parte dei rifiuti prodotti nei comuni venivano smaltiti in discarica senza alcun tipo di trattamento. In pochi mesi siamo riusciti a ripristinare la legalità avviando a trattamento il 100% dei rifiuti prodotti e abbiamo chiuso la discarica di Malagrotta dopo decenni di attività. Allo stesso tempo siamo intervenuti per rafforzare la normativa regionale nella direzione indicata dalla UE, modificando il Piano regionale dei rifiuti eliminando lo “scenario di controllo” che era stato previsto in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata. Siamo al lavoro, inoltre, per il monitoraggio, l’aggiornamento e la revisione del Piano regionale, così come stabilito dalle normative e dal piano stesso, al fine di puntare sulla prevenzione e sulla riduzione dei rifiuti, sul loro riuso e riciclo ovvero sulle priorità stabilite dall’Unione Europea, dove il ricorso alle discariche tradizionali è da considerare come marginale e solamente per i rifiuti inerti provenienti dalla lavorazione degli impianti. Nel corso dell’aggiornamento e della revisione del Piano sarà fatta una verifica puntuale dell’attuale sistema di funzionamento dell’impiantistica al fine di arrivare alla chiusura del ciclo dei rifiuti. Obiettivi per i quali abbiamo già stanziato 150 milioni di euro per aumentare la quantità e la qualità dei rifiuti differenziati attraverso la diffusione del metodo di raccolta porta a porta in tutti i Comuni del Lazio.

 

foto (2)MS: Altro aspetto critico, da lei evidenziato un anno fa, era il ritardo sullo sviluppo delle rinnovabili rispetto alla media del paese: il Lazio si aggirava allora intorno ad un terzo. Lei ha da sempre associato il suo impegno politico alle energie green e siamo testimoni diretti dell’impegno particolare espresso quando era Presidente della provincia di Roma. Quanto la situazione è cambiata da allora?

 

NZ: In Regione, a pochissimi mesi dall’insediamento di questa Giunta, abbiamo subito dato un primo impulso nella direzione di un’inversione di tendenza significativa sull’utilizzo delle fonti rinnovabili. Attraverso il Programma Operativo Regionale FESR 2007-2013, solamente dall’assessorato all’Ambiente abbiamo recuperato oltre 50 milioni di euro con la “Call for proposal sugli Edifici sostenibili”, un progetto europeo che ha il fine di sostenere interventi mirati al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo e diffusione delle fonti energetiche rinnovabili, di risparmio energetico e di contenimento delle emissioni inquinanti. Obiettivi che intendiamo raggiungere attraverso una serie di azioni volte al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici pubblici ricadenti all’interno del territorio regionale, da attuarsi attraverso una procedura partecipata. Individuate 6 linee di intervento, abbiamo risposto alle domande provenienti da numerosi soggetti pubblici, proprietari degli immobili. Sto parlando di Roma Capitale, dei Comuni del Lazio, delle Province, dei Consorzi di Bonifica, degli Enti gestori di Aree Naturali Protette Regionali, delle IPAB, delle ATER. Tutti interventi finanziati al 100% dalla Regione Lazio e senza oneri da parte dei soggetti richiedenti. Proseguiremo su questa strada visto l’enorme interesse da parte degli enti pubblici e di tanti amministratori. Abbiamo sottoscritto, inoltre, un protocollo con Enea per stabilire una collaborazione finalizzata alla sostenibilità dello sviluppo infrastrutturale e ambientale e con una recente delibera abbiamo approvato un protocollo con il GSE (Gestore dei servizi energetici) al fine di rispettare i parametri indicati dal protocollo 20-20-20 sulla riduzione delle emissioni inquinanti.

 

 

MS: Sempre nell’aprile dello scorso anno lei prometteva a Rinnovabili.it di voler investire nella green economy regionale per colmare il “ritardo drammatico” accumulato in questi anni. Cosa è stato fatto di concreto in questi anni?

 

NZ: Per quel che riguarda questa Giunta, già nell’estate scorsa è stata definita l’Agenda Verde del Lazio che stiamo attuando attraverso interventi significativi. La sua istituzione ci ha permesso di tracciare l’obiettivo che stiamo perseguendo con diverse politiche. Abbiamo voluto definire in concreto un modello di sviluppo sostenibile su scala regionale che è rivolto a coniugare le esigenze di tutte le parti interessate, pubbliche e private, con un approccio sistemico ed innovativo. Il modello di riferimento è basato sul concetto di sostenibilità che ruota attorno a quattro componenti fondamentali: sostenibilità economica, intesa come capacità di generare reddito e lavoro per il sostentamento della popolazione; sostenibilità sociale, intesa come capacità di garantire condizioni di benessere umano (sicurezza, salute, istruzione) equamente distribuite per classi e genere; sostenibilità ambientale, intesa come capacità di mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali; sostenibilità istituzionale, intesa come capacità di assicurare condizioni di stabilità, democrazia, partecipazione, giustizia. Tra le iniziative concrete che abbiamo promosso ritengo importante il bando Multiservizi che riguarda l’energia e il riscaldamento di tutte le strutture sanitarie del Lazio che abbiamo presentato recentemente. Si tratta di un approccio innovativo che ha l’obiettivo di tagliare gli sprechi, risparmiando 230 milioni di euro (25,5 milioni l’anno), proprio per dimostrare che la sanità cambia e produce risparmi senza tagliare i posti letto, ma producendo una migliore qualità amministrativa. La grande sfida di questo bando è quella di sostenere appunto le politiche sull’efficientamento energetico: si risparmieranno soldi ma, dalle stime che abbiamo fatto, si produrrà anche un risparmio notevole di produzione di Co2, pari al consumo di una città di 15 mila abitanti, o di 50 mila macchine l’anno. Inoltre, prima i lavori di efficientamento energetico venivano pagati dalla Regione, ora verranno pagati da chi vince il bando. E’ una vera rivoluzione di revisione della spesa che il Lazio sta facendo in modo totale dimostrando che lo Stato può spendere di meno, non tagliando servizi ai cittadini, ma funzionando meglio.

 

 

foto (3)MS: Veniamo al tema combattutissimo della privatizzazione dell’acqua. 

Nel Lazio l’acqua torna a essere pubblica dopo l’approvazione all’unanimità, lo scorso lunedì 17 marzo, della legge che rispetta quanto emerso dal referendum del 2011. In pratica l’acqua torna sotto l’amministrazione degli enti pubblici senza fine di lucro…

 

NZ: Credo che la Regione Lazio possa andar fiera della legge che la Pisana ha saputo mettere in campo. Abbiamo dato una risposta, politica, sociale, abbiamo definito un quadro puntuale ed inoppugnabile per la tutela, il governo e la gestione pubblica dell’acqua. L’approvazione all’unanimità della norma dimostra il livello di partecipazione e la maturità del confronto raggiunti da cittadinanza ed istituzioni. Una vittoria di tutti, ad iniziare dai comitati e dai movimenti dei cittadini, che hanno offerto il proprio contributo con entusiasmo e massima apertura, ai 39 comuni che sul territorio hanno concretizzato la prima opera di collegamento tra le esigenze dell’ente locale ed un servizio fondamentale come quello della gestione dell’acqua, sino ai consiglieri della Pisana che, con l’apporto della Giunta regionale, hanno – prima in Commissione e poi in Aula – lavorato un testo equilibrato, coerente, in linea con le istanze del risultato referendario e, soprattutto, scevro da possibili ombre di impugnabilità. Questa nostra legge sarà d’esempio per tante altre regioni del nostro Paese.

 

MS: Infine Presidente: Il contestatissimo Piano Casa concepito da Polverini/Ciocchetti dovrebbe approdare al Consiglio Regionale del Lazio nelle prossime settimane. Nonostante i suoi interventi sui punti più contestati, Legambiente Lazio denuncia il rischio di una “colata di cemento” senza precedenti. Come gestirà quella che appare una vera e propria e “emergenza”?

 

NZ: Con le proposte di legge approvate dalla Giunta Regionale è stata eliminata la possibilità che le deroghe edilizie previste dalla legge vigente possano stravolgere la pianificazione ambientale delle aree protette e quella urbanistica dei piani attuativi. Le modifiche, che riguardano le norme oggetto del contenzioso presso la Corte Costituzionale promosso dal Mibact e l’articolo 3ter comma 3, limitano in maniera sostanziale gli ambiti di applicazione del Piano casa e la premialità prevista dalla vecchia legge, indirizzando l’attività edilizia verso la rigenerazione dei tessuti esistenti. Inoltre, le modifiche permettono di realizzare nuovi alloggi da affittare a canone calmierato, di reperire risorse per realizzare opera pubbliche e servizi, grazie ai maggiori oneri richiesti alle imprese. La proposta di legge favorisce, poi, l’innovazione del settore agricolo con l’introduzione della multifunzionalità (la possibilità per le aziende agricole di svolgere attività connesse e compatibili con l’agricoltura) e con la possibilità di interventi sul tessuto edilizio esistente, senza concedere ampliamenti di volumetrie e cambi di destinazione d’uso diversi da quello agricolo.

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