(Rinnovabili.it) – Nessun accordo legalmente vincolante sul clima sarà siglato alla COP 21. Possiamo dirlo con sicurezza, la stessa che il segretario di Stato americano, John Kerry, ha ostentato in una intervista di ieri al Financial Times. Le dichiarazioni rese al quotidiano inglese mostrano la spaccatura insanabile tra le parti che stanno lavorando ad un testo condiviso da approvare durante la Conferenza ONU sul clima, che avrà luogo a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre.
L’Unione europea e altri Paesi hanno a lungo sostenuto che l’accordo da raggiungere il prossimo mese dovrebbe essere un trattato internazionale, con misure vincolanti per la riduzione delle emissioni. Proprio ieri, un portavoce della Commissione europea ha dichiarato che dare al testo la forma di un protocollo o di un trattato sarebbe stata «la più forte espressione di volontà politica», dal momento che questi schemi forniscono per il futuro maggiore «prevedibilità e durata».
Le belle speranze hanno avuto vita breve, lo spazio di qualche ora. Poi gli Stati Uniti hanno alzato la voce, e ancora una volta hanno dettato le regole del gioco. L’unico trattato internazionale sul clima resta dunque il Protocollo di Kyoto, dal quale – non a caso – gli USA sono rimasti fuori. Oggi, che un impegno sul riscaldamento globale non è più rinviabile, gli americani hanno deciso di entrare nel negoziato, ma si deve giocare con le loro regole. Kerry ha annunciato che il patto di Parigi conterrà misure in grado di alimentare una «notevole quantità di investimenti» verso un’economia globale a basse emissioni di carbonio. Ma ha sottolineato che «non vi saranno obiettivi giuridicamente vincolanti di riduzione come in Kyoto».
La Paura della Casa Bianca è dover sottoporre alla ratifica di un senato dominato dai repubblicani un trattato che contiene disposizioni inderogabili, per le quali gli americani hanno una feroce antipatia. Ragioni di politica interna, non solo statunitensi, sono alla base del presumibile fallimento della prossima COP, che si apre senza aspettative da parte degli osservatori.