Il WWF lancia il “Patto europeo per la sostenibilità” in vista delle elezioni comunitarie
16 Maggio 2019•Tempo di lettura: 3minuti
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L'associazione ambientalista ha presentato alle forze politiche un Patto in 4 punti per promuovere la svolta ecosostenibile dell'Unione europea.
Zero emissioni entro il 2040 e metà del budget Ue a sostegno dell’economia verde e blu: tra i punti salienti del Patto WWF
(Rinnovabili.it) – Stop alle emissioni nette dei gas serra e dirottamento del 50% del budget europeo a sostegno della blu e green economy: sono due dei punti contenuti nel “Patto europeo per la sostenibilità” lanciato dal WWF in occasione delle prossime elezioni comunitarie del 26 maggio.
Quattro obiettivi principali articolati in 11 azioni: il piano presentato dal WWF prevede anzitutto la piena attuazione degli Accordi di Parigi (zero emissioni nette entro il 2040 e contenere il riscaldamento globale entro 1,5°C entro fine secolo) oltre alla completa messa in opera del quadro giuridico e ambientale per la tutela della natura in Europa, con l’appoggio della proposta di Accordo globale per la natura e le persone post 2020, nell’ambito della Convenzione europea sulla diversità biologica.
Il secondo punto riguarda più strettamente lo sviluppo economico: partendo dallo sviluppo che i settori dell’economia green e blu hanno avuto anche negli anni immediatamente successivi alla crisi, gli esperti del WWF suggeriscono di destinare almeno il 50% del bilancio europeo a sostegno di tali comparti sostenibili, con particolare attenzione alla creazione di fondi per gli agricoltori nell’ambito della Politica Agricola Comune (PAC), per facilitare la transizione verso sistemi agricoli e alimentari sostenibili.
Un settore, quello della green and blue economy che occupa ad oggi 9 milioni di addetti in Ue, destinati a raddoppiare entro il 2030.
Il terzo punto del Patto chiede all’Europa di rafforzare la propria leadership mondiale nella transizione energetica e industriale verso un modello di economia e società sostenibili: in quest’ottica, il primo passo da effettuare, consisterebbe nella presa di coscienza dell’impronta ecologica dell’Ue, responsabile, ad oggi, del più alto contributo alla deforestazione del Pianeta tra i grandi attori internazionali. Solo l’Italia, ad esempio, rappresenta il 3° importatore UE, dopo Regno Unito e Germania, di legno, carta e mobili con 21 milioni di tonnellate di legno e derivati da tutto il mondo nel 2016 (di cui 5 milioni da Paesi extra UE).
A tal proposito, il WWF chiede l’adozione di una strategia comunitaria per introdurre gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) in tutte le politiche e i settori economici europei oltre all’elaborazione di un Piano d’azione sulle importazioni di prodotti e materiali di legno e sul degrado forestale, che tenga conto dell’impatto comunitario anche al di fuori delle proprie frontiere.
Quarto e ultimo punto, l’istituzione di un vicepresidente della Commissione Europea per il Piano d’azione per il Clima e le Risorse naturali e il miglioramento della governance di tali tematiche da porre al centro dei lavori del prossimo Parlamento europeo.
In occasione della presentazione del Patto europeo per la sostenibilità, inoltre, il WWF ha pubblicato i dati di monitoraggio dell’attività di voto su temi ecologici e ambientali dei vari gruppi parlamentari italiani durante l’ultima Legislatura europea (2014 – 2019): secondo l’ecoscreening del voto dell’organizzazione ambientalista, il maggior sostegno qa uestioni relative Clima ed Energia, Ambiente Marino e Biodiversità è arrivato da Partito Democratico (58%), Movimento 5 Stelle (65%), Altra Europa (68%) e Sinistra Italiana (94%); mentre i voti contrari su tali argomenti sono arrivati più spesso da Forza Italia (61%), Lega Nord (57%), Fratelli d’Italia (80%) e Alternativa Popolare (60%).
Analizzando però le singole voci, la questione si fa più articolata: su votazioni concernenti Clima ed Energia, ad esempio, FI e PD hanno votato nell’80% dei casi a favore dell’aumento del supporto finanziario a progetti su ambiente e clima nell’Ue; d’altra parte, però, se si passa a considerare che il 40% delle risorse finanziarie europee dovrebbe essere speso per realizzare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima, solo il M5S (con il 93,3% dei voti espressi) e Sinistra Italiana (con il 100%) si sono espressi a favore.
Variegato il fronte contrario alla cancellazione dei sussidi ai carburanti fossili che ha visto il 60% in media di votazioni sfavorevoli da parte di quasi tutti i gruppi parlamentari (PD, FI, Lega Nord, Articolo Uno, Conservatori e Riformisti, UdC, SVP, Alternativa Popolare e Fratelli d’Italia).
Sul fronte della tutela del mare, FI, Lega Nord e M5S sono stati tra i principali oppositori nell’introdurre obiettivi di riduzione della pesca del novellame (rispettivamente nel 75%, 80% e 93,3% delle votazioni). Lega e Forza Italia si sono poi particolarmente distinte nell’osteggiare l’introduzione di norme per costringere i produttori responsabili a sostenere i costi di risanamento dell’inquinamento da plastica.
Sul tema della biodiversità, infine, quasi tutte le forze politiche hanno sostenuto la necessità di mantenere le norme di protezione della natura esistenti e persino di renderle più stringenti, tuttavia nel momento di passare all’approvazione di strumenti di sussidio finanziario dedicato alla gestione delle aree naturali protette in Europa, solo M%S e Sinistra Italiana hanno dato pieno appoggio.