(Rinnovabili.it) – “L’incubo del nucleare deve finire davvero”. Con questo monito il WWF lancia un appello affinchè non accadano mai più tragedie come quella che ha investito il Giappone. Ad un anno dal terremoto e dal conseguente disastro nucleare che si è abbattuto su Fukushima e Sendai, l’associazione riporta l’attenzione sulle drammatiche conseguenze che stanno ancora oggi flagellando la popolazione, sottoposta ad alti livelli di radiazioni rilasciate dai reattori nucleari danneggiati dal terremoto dell’11 marzo 2011.
“Da Fukushima viene un monito sull’ineludibilità del principio di precauzione, proclamato proprio a Rio 20 anni fa dal primo Summit per la Terra” ha ricordato il WWF Italia durante il suo appello ricordando gli alti costi e l’elevata pericolosità di una tecnologia che appare come una minaccia costante.
Dopo il disastro dello scorso anno alcuni governi, ne sono un esempio Svizzera e Germania, hanno deciso di interrompere i finanziamenti riservati all’atomo procedendo alla chiusura progressiva delle centrali in attività sul territorio. E mentre i problemi per il nucleare sono sempre gli stessi, e gli incidenti hanno ancora le stesse conseguenze che si verificarono a seguito del disastro che nel 1986 colpì Chernoby,l la differenza è che oggi abbiamo a disposizione metodologie e tecnologie di risparmio energetico ad alta efficienza e la possibilità di sfruttare fonti enenrgetiche rinnovabili, sicure per l’ambiente e per la salute umana che hanno un potenziale elevato. L’energy Report del WWF ha infatti recentemente informato che nel 2050 le rinnovabili potrebbero soddisfare al 100% le esigenze energetiche del pianeta, per far questo però avranno bisogno degli adeguati investimenti e del sostantamento governativo.
“A un anno da Fukushima, il mondo deve imparare la lezione e abbandonare davvero il nucleare: il WWF ritiene che l’Italia possa giocare un ruolo in tal senso, non solo dal punto di vista politico, ma anche da quello tecnologico e industriale, per dare impulso all’abbandono globale del nucleare e alla crescita delle alternative rinnovabili e pulite” conclude il WWF.