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WWF e LIPU schierati per una PAC amica dell’ambiente

Le due associazioni reagiscono con indignazione alla decisione della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo di approvare una controriforma ai danni di cittadini e ambiente

(Rinnovabili.it) – Una serie di proposte controverse che annullano i benefici che la Politica Agricola Comunitaria, in vigore dal 2014, avrebbe potuto apportare all’ambiente. Il WWF e la LIPU sono indignati per la decisione della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, che avrebbe di fatto approvato una controriforma ai danni dell’ambiente e dei cittadini contribuenti europei. Le due associazioni, in un documento congiunto, sostengono che dal testo della PAC sarebbero state cancellate tutte quelle misure che avrebbero sostenuto la biodiversità e contrastato i cambiamenti climatici; una mossa “vergognosamente condizionata” dagli interessi a breve termine dell’agricoltura intensiva e dell’industria agroalimentare.

 

Ma c’è di più: la Commissione avrebbe votato a maggioranza un doppio finanziamento agli agricoltori per le stesse misure ambientali, una decisione che, oltre a essere illegale, sottrarrebbe circa 3 miliardi di euro all’anno ai programmi ambientali, già soggetti a tagli. Per LIPU e WWF la votazione di oggi non sarà il punto d’arrivo e ci sarà l’occasione per ribaltare la situazione.

 

«Ci appelliamo alla responsabilità degli eurodeputati, in particolare quelli italiani, per cambiare quanto deciso oggi dal Comagri nel rispetto dei principi costituenti della UE, nel rispetto dei diretti degli cittadini contribuenti, per assicurare un futuro a lungo termine sia agli agricoltori sia all’ambiente, dimostrando così – concludono LIPU e WWF – indipendenza da lobby agricole sempre meno lungimiranti e non interessate al bene comune».

 

Anche per Federbio, nonostante alcuni miglioramenti, il voto della Commissione fa fare al settore tanti passi indietro. Nonostante l’appoggio allo sviluppo rurale e un aumento al 30% del budget per le misure agro ambientali, il Presidente Paolo Carnemolla è preoccupato per «l’equivalenza di trattamento nel “greening” sul primo pilastro fra agricoltura biologica certificata e altri sistemi produttivi “sostenibili” che non hanno alcun riferimento normativo europeo e un sistema di certificazione obbligatorio». La Federazione si è messa subito a lavoro affinché il testo della PAC possa essere migliorato.