Quest’anno il World Wildlife Day 2019 è dedicato al tema “La vita sott’acqua: per le persone e il pianeta”
(Rinnovabili.it) – Le minacce per la vita sottomarina sono tantissime, ma abbiamo già gli strumenti per influenzare positivamente la conservazione degli oceani. Queste le parole dell’ONU nella dichiarazione che celebra il World Wildlife Day 2019, quest’anno dedicato al tema “La vita sott’acqua: per le persone e il pianeta”. Il World Wildlife Day è stato istituito il 3 marzo 2013 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, lo stesso giorno in cui è stata firmata la Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES), come modo per celebrare gli animali e le piante selvatiche del mondo, e da allora è diventato un evento annuale globale tra i più importanti in materia.
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Questa è la prima volta che World Wildlife Day si concentra sulla vita sott’acqua, sull’importanza cruciale delle specie marine per lo sviluppo umano e su come possiamo continuare a salvare la biodiversità marina per le generazioni future. La fauna marina ha sostenuto le civiltà umane per migliaia di anni, fornendo cibo e materiali per costruzione e arricchendo la vita culturale, spirituale e ricreativa. Oggi, circa tre miliardi di persone dipendono dalla biodiversità marina e costiera per i loro mezzi di sostentamento. Ma l’attività umana pone gravi problemi, sia per gli oceani del pianeta che per le vite umane, in particolare nelle comunità costiere, tra cui lo sfruttamento eccessivo delle specie marine, l’inquinamento, la perdita di habitat costieri e il cambiamento climatico. Circa un terzo degli stock ittici vengono consumati a livelli insostenibili, e fino a metà delle barriere coralline del mondo sono andate perse a causa di fattori come il riscaldamento delle temperature del mare, l’acidificazione degli oceani e una serie di attività terrestri. Tuttavia, i quadri internazionali per arrestare o invertire queste tendenze negative esistono da un po’ di tempo. Ad esempio, gli obiettivi del Sustainable Development Goal 14, concordato a livello internazionale per la conservazione e l’uso sostenibile degli oceani, dei mari e delle risorse marine, richiedono restrizioni al commercio di specie marine. La campagna Clean Seas, invece, la più grande alleanza globale del mondo per combattere l’inquinamento plastico marino, con impegni che coprono oltre il 60% delle coste mondiali, è sostenuta da 57 paesi. Circa 143 Stati, infine, appoggiano il Regional Seas Programme, il pinao per promuovere la gestione e l’uso sostenibili degli ambienti marini e costieri.
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Quest’anno, la campagna Wild for Life dell’ONU, che mira a conservare la fauna selvatica su terra e oceani, ha incrementato i suoi sforzi di sensibilizzazione, con l’aggiunta di nuovi sostenitori, tra cui l’attore Adrian Grenier, designato Ambasciatore di buona volontà dell’ambiente dell’ONU nel 2018, in virtù del suo attivismo ambientale. Grenier sostiene che tutti noi possiamo dare un contributo al miglioramento degli oceani e della vita marina: “L’eccesso di pesca è un problema, dobbiamo ridurlo il più possibile; consideriamo da dove viene il cibo e assicuriamoci che sia organico, perché molte delle sostanze chimiche contenute nei pesticidi spruzzati sui raccolti finiscono per scappare nei fiumi e possono avvelenare il mare”.