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World Water day 2019, nessuno deve essere lasciato indietro

Oggi 2,1 miliardi di persone vivono senza accesso ad acqua sicura in casa e la crisi idrica ha costretto 68,5 milioni di persone ad abbandonare i propri territori

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Con oltre 420 eventi nel mondo la World Water Day 2019 ricorda a tutti che l’accesso all’acqua potabile è un diritto universale

(Rinnovabili.it) – Chiunque tu sia, ovunque tu sia, l’acqua è un tuo diritto. Nessuno deve essere lasciato indietro. Con questo slogan torna oggi il World Water day 2019, la Giornata mondiale dell’acqua. Come ogni 22 marzo, la ricorrenza internazionale – istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 – fornisce un prezioso momento per catalizzare l’attenzione pubblica sull’oro blu del Pianeta, raccogliendo sotto la sua sigla storie, manifestazioni e progetti. Quest’anno oltre 420 eventi ufficiali, in più di 65 Paesi celebreranno l’appuntamento con la propria interpretazione del tema Leaving no one behind. Si tratta un riadattamento della promessa centrale dell’agenda ONU 2030: con il progredire dello sviluppo sostenibile, tutti devono beneficiarne.

 

E’ la stessa agenda a indicare questa risorsa, intesa come bene comune, accessibile e sicuro, un elemento imprescindibile per il Pianeta. Le Nazioni Unite le hanno dedicato il sesto Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 6 (SDG 6) con cui si chiede di garantire disponibilità e gestione sostenibile delle risorse idriche per tutti gli abitanti del pianeta entro il 2030. Ma prima ancora, nel 2010, l’ONU ha riconosciuto “il diritto all’acqua potabile e alle strutture igienico-sanitarie pulite e sicure come un diritto umano essenziale per il pieno godimento della vita”.

 

Giornata mondiale dell’acqua: serve una governace idrica globale

Nonostante ciò la situazione complessiva è tutt’altro che vicina alla sostenibilità. Oggi ben 2,1 miliardi di persone vivono senza accesso ad acqua sicura in casa. Una scuola elementare su quattro non ha servizi di acqua potabile e sono oltre 700 i bambini sotto cinque anni che muoiono quotidianamente per patologie legate a risorse idriche contaminate e scarse condizioni igienico sanitarie. La crisi idrica ha messo radici quasi ovunque spingendo ben 68,5 milioni di persone ad abbandonare le proprie case e regioni.

 

“In un mondo sempre più globalizzato, l’impatto delle decisioni legate alle risorse idriche attraversa i confini e colpisce ognuno di noi – spiega Audrey Azoulay, Direttore generale dell’UNESCO – pertanto dobbiamo sostenere una governance idrica globale. In questa Giornata mondiale dell’acqua, vogliamo ribadire il nostro impegno a sostenere gli sforzi per raggiungere l’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari per tutti, senza discriminazione. Dando la priorità ai più bisognosi, possiamo costruire comunità più resilienti, società più egualitarie e un mondo più pacifico e sostenibile”.

 

Le risposte del World Water Day 2019

Come intervenire sul problema, al di là della Giornata mondiale dell’Acqua? Innanzitutto con progetti di ampio respiro in grado di migliorare la gestione delle risorse idriche e l’accesso equo all’approvvigionamento. A livello mondiale il tasso di utilizzo dell’acqua è cresciuto di circa l’1% all’anno a partire dagli anni ’80 a causa di un mix di fattori: incremento demografico, sviluppo socioeconomico e cambiamento dei modelli di consumo. Secondo le previsioni, la domanda globale continuerà a crescere ad un tasso simile fino al 2050, superando di circa il 20-30% i livelli di utilizzo attuali. Senza adeguate misure di contrasto e con la pressione crescente dei cambiamenti climatici, ciò comporterà un aumento dei livelli di stress idrico.

 

Le Nazioni Unite sottolineano anche come sia fondamentale la presenza di strutture istituzionali inclusive per la promozione del dialogo e della cooperazione tra le varie parti interessate, i fini della lotta alla discriminazione e per un accesso che sia davvero universale. E “un adeguato coordinamento tra i vari livelli istituzionali svolge un ruolo essenziale nel garantire che le politiche conseguano gli obiettivi previsti”.

 

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Sul fronte economico, l’ONU sottolinea come la spesa per acqua potabile e servizi igienico-sanitari di norma comprenda investimenti di capitali considerevoli ma poco frequenti. “Un modo per accrescere l’accessibilità economica di questi servizi consiste nel ridurre il costo della loro fornitura. Lo sviluppo e la diffusione delle innovazioni tecnologiche, il miglioramento della gestione attraverso pratiche di buona governance, una maggiore trasparenza e l’attuazione di interventi efficaci dal punto di vista dei costi possono migliorare l’efficienza produttiva, riducendo di conseguenza i costi dei servizi”. Completano il quadro, i sistemi per il trattamento decentrato delle acque reflue, sovvenzioni e strutture tariffarie ad hoc per i gruppi più vulnerabili e un maggiore impegno nel settore della ricerca e innovazione.

“Si tratta di obiettivi che possono tutti essere conseguiti – conclude l’ONU – purché sussista la volontà collettiva di farlo”.