(Rinnovabili.it) La Cina deve migliorare le proprie strategie di pianificazione del processo d’urbanizzazione se vuole davvero garantire danni ambientali ridotti e veri benefici per i propri cittadini. Ne è fermamente convinto il presidente della Banca Mondiale, Jim Yong Kim che, in occasione della sua visita a Shangai, ha voluto lanciare un appello all’indirizzo della Repubblica Popolare. “Negli ultimi 30 anni, la Cina è cresciuta ad una velocità elevata, con una media di circa il 10% l’anno, sollevando le sorti di oltre 500 milioni di persone dalla povertà. Un risultato davvero notevole, una conquista per i libri di storia. Eppure, una crescita così rapida sta facendo sentire i suoi effetti”, ha affermato Yong Kim.
Negli ultimi 30 anni, la popolazione urbana cinese è passata da un totale di 200 milioni a oltre 700 milioni, provocando, in più di un caso, violenti scontri a causa dell’espropriazione forzata dei terreni agricoli e dei danni collaterali all’ambiente come la riduzione delle risorse idriche potabili o l’inquinamento. “Ora il Paese – ha continuano il numero no della Banca Mondiale – ha bisogno di trovare nuovi modi per rendere le città più efficienti, promuovere l’energia pulita e ridurre la congestione del traffico e l’inquinamento atmosferico. Se la Cina respirerà più facilmente, anche il resto del mondo lo farà”. In questo contesto Yong Kim ha annunciato che il Gruppo bancario sta già collaborando con il Development Research Centre – think-tank del gabinetto cinese – per plasmare una “visione strategica” su come la Cina dovrebbe procedere nel processo di urbanizzazione, dal momento che l’intenzione del Governo è quella di portare il 60 per cento della popolazione a vivere nei centri urbani entro il 2020.