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Voragini in Texas sempre più legate all’estrazione di petrolio e gas

Un nuovo studio della Southern Methodist University di Dallas mostra la correlazione tra i movimenti del terreno e le attività di estrazione del petrolio in una zona geologicamente instabile

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La zona del Texas è “punta come un portaspilli” dal 1940

(Rinnovabili.it)- Le attività legate all’estrazione di petrolio e gas contribuiscono agli allarmante movimenti di terra e sono una crescente minaccia per le voragini – le doline – che si creano in un enorme porzione del Texast dell’Ovest: lo rileva un team di geofisici della Southern Methodist University di Dallas. Il terreno interessato è proprio quello di una regione che “è stata bucata come un portaspilli con i pozzi di petrolio e pozzi di iniezione a partire dal 1940”, come sottolinea Jin-Woo Kim, ricercatore al Dipartimento di Scienze della Terra della SMU e co-autore dello studio.

 

Il team ha monitorato come, in diverse zone di quattro contee del Texas, queste porzioni di terreno stiano affondando o si stiano rialzando. Immagini Radar satellitari, catturate tra novembre 2014 e aprile 2018, mostrano un significativo movimento di terra in 4000 miglia quadrate di territorio. “Il movimento della terra che stiamo vedendo non è normale. Il terreno, in genere, non si comporta così senza una causa” ha detto il geofisico Zhong Lu. Le immagini fanno riferimento a porzioni di territorio in cui avviene una massiccia produzione di idrocarburi provenienti dal ricco Bacino Permiano del Texas dell’Ovest. E le l’intera regione è molto vulnerabile all’attività umana a causa della sua geologia, caratterizzata da sali idrosolubili, formazioni di calcare, e formazioni di scisto. I ricercatori avvertono: un movimento del terreno può estendersi al di là di ciò che il radar ha osservato nelle quattro contee.

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Le due giganti doline a Wink – 400 miglia da Dallas – potrebbero essere solo la punta dell’iceberg dell’allarmante movimento del terreno che sta coinvolgendo tutto il territorio. I geologi della Southern Methodist University di Dallas avevano precedentemente segnalato la rapidità con cui queste cavità del terreno si espandono o si formano. Un rischio che “rappresenta un pericolo per i residenti, strade, ferrovie, argini, dighe, oleodotti e gasdotti, nonché per il potenziale inquinamento delle acque sotterranee”, ha spiegato il geofisico Zhong Lu. Proprio per questo il “continuo e puntuale monitoraggio dallo spazio è fondamentale per garantire la sicurezza di persone e beni”, ha precisato.

 

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Inoltre, un altro studio della Southern Methodist University lo scorso anno ha indicato che le acque reflue di iniezione, spesso derivanti dalla pratica del fracking – la fatturazione idraulica –  sarebbero una probabile causa dei recenti terremoti in Texas occidentale, dove l’attività sismica in precedenza tranquilla è aumentata vertiginosamente negli ultimi due anni. Tuttavia c’è una buona notizia: pur rimanendo tra i più grandi produttori di petrolio e gas, il Texas ha visto un boom di rinnovabili. Lo scorso anno infatti la capacità eolica del Texas è cresciuta al punto che l’energia elettrica da essa prodotta ha superato quella generata dal carbone.