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Voci dall’Antartide: iniziata la XXX spedizione italiana

Prosegue lo speciale viaggio nel sud del Pianeta documentato sul quotidiano grazie alla rubrica “Voci dall’Antartide” che seguirà da vicino la campagna antartica italiana 2014-2015

La base antartica italiana
La base antartica italiana “Mario Zucchelli” a Baia Terra Nova

 

(Rinnovabili.it) – L’avventura italiana nel continente bianco (www.italiantartide.it) è ripresa  anche quest’anno con l’apertura ufficiale, a metà ottobre, della base italiana in Antartide “Mario Zucchelli” a Baia Terra Nova da parte di un primo gruppo di personale logistico, coordinato dal capo della spedizione Ing. Giuseppe De Rossi (Enea), formato da 13 tecnici specializzati, due ufficiali delle Forze Armate addetti alla Sala Operativa, tre piloti di elicottero neozelandesi, un medico e un cuoco.

Con la campagna 2014-2015, che il 7 novembre ha dato anche il cambio al personale rimasto isolato per i nove mesi della campagna invernale nella base italo-francese di Concordia Dome C – costruita sul plateau antartico alla metà degli anni Novanta a 3.300 m di altitudine – l’Italia festeggia 30 anni di presenza nel continente di ghiaccio.

La prima spedizione, a cavallo tra il 1985 e il 1986, servì a individuare il sito per la costruzione della base italiana, nella Baia di Terra Nova, Antartide meridionale. Da allora, nella stazione scientifica Mario Zucchelli (MZS) sono passati migliaia tra tecnici e ricercatori impegnati in campi scientifici diversi, dalla glaciologia alle scienze del clima, dalla fisica allo studio della biodiversità e delle scienze marine e nella sperimentazione di strumentazioni tecnologicamente avanzate.

 

 

Il nostro inviato per la XXX Campagna Antartica Italiana: Edoardo Spirandelli (Issia-Cnr) in azione con il mini-rov per l’osservazione sotto al ghiaccio.
Il nostro inviato per la XXX Campagna Antartica Italiana: Edoardo Spirandelli (Issia-Cnr) in azione con il mini-rov per l’osservazione sotto al ghiaccio.

La stazione italiana dispone d’una superficie coperta di circa 7.500 mq suddivisi tra laboratori, magazzini, impianti, alloggi ed ambienti di servizio per il personale. Oltre a questo complesso, numerosi moduli satelliti coprono un’area urbanizzata di circa 50.000 mq. 3 eliporti e 3 piste su ghiaccio garantiscono a velivoli di varie dimensioni d’atterrare, con speciali sci, così da permettere il costante approvvigionamento del personale che partecipa alla spedizione (descrizione dettagliata della MZS).

La campagna estiva appena iniziata si svilupperà sull’arco di quattro mesi (la conclusione è l’11 febbraio del prossimo anno) e vedrà impegnati complessivamente 170 tra tecnici e ricercatori italiani e stranieri, in arrivo in momenti diversi nei prossimi mesi.

Le condizioni di vita saranno particolarmente complesse, pur trattandosi di una campagna estiva: infatti, le temperature medie che si registrano lungo le coste antartiche, dove si trova la Stazione Mario Zucchelli, variano da 0°C a -35°C, con 24 ore di luce.

 

Le attività di ricerca, coordinate dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), riguarderanno nello specifico: biodiversità, evoluzione ed adattamento degli organismi antartici; scienze della terra, glaciologia, contaminazioni ambientali, scienze dell’atmosfera e dello spazio, attività di monitoraggio presso gli Osservatori permanenti meteo-climatici, astronomici e geofisici. Nell’area circostante la base, in un raggio di 300 km, verranno allestiti 4 campi remoti dove si svolgeranno attività relative alla scienza della terra (geologia, geodinamica, meteoriti e tettonica). Altri 2 campi verranno montati per supportare le ricerche nell’ambito della biologia marina e terrestre.

La spedizione si colloca, come sempre, nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), finanziato dal MIUR secondo gli indirizzi strategici della Commissione Scientifica Nazionale per l’Antartide (Csna).

Anche per questa edizione proverò ad accompagnarvi, durante questa avventura alla fine del mondo, sfruttando la partecipazione di un componente del nostro gruppo di ricerca, Edoardo Spirandelli (issia-cnr), che è da poco arrivato in base e sarà il nostro collegamento diretto con la spedizione italiana in Antartide.

 

L’Hercules C130 atterrato nella pista sul mare ghiacciato della base italiana in Antartide.
L’Hercules C130 atterrato nella pista sul mare ghiacciato della base italiana in Antartide.

 

Edoardo è un veterano delle spedizioni italiane ed è stato il mio compagno di viaggio durante la scorsa edizione durante la quale abbiamo condiviso l’inizio di due progetti congiunti (Raise & Pole) dedicati allo studio dell’area di riproduzione dell’Antarctic Silverfish (Pleuragramma antarcticum), il pesce più abbondante del Mare di Ross e fondamentale componente della catena alimentare antartica.

Il nostro gruppo di ricerca allargato, composto da ricercatori del Cnr (Ismar e Issia) e dell’Università di Genova (Distav) aveva il compito di studiare il ruolo ecologico di questo fondamentale componente dell’ecosistema antartico attraverso una innovativa integrazione di approcci ecologici (mediante tecniche microbiologiche e di microscopia) e tecnologie robotiche (mediante l’utilizzo di un mini-veicolo subacqueo).

La prima parte della ricerca è stata già descritta in uno degli articoli che hanno riassunto la mia partecipazione alla XXIX spedizione italiana dello scorso anno (“Missione Antartide: diario di un ricercatore”) durante la quale abbiamo eseguito una serie di campionamenti nel ghiaccio per monitorare la presenza e le relazioni con il ghiaccio marino (pack e platelet-ice) delle uova del Silverfish.

Un iceberg incastrato nel pack offre un insolito luogo per una pausa durante le attività di campionamento

 

Dopo la mia partenza dalla base, verso la fine dello scorso anno, Edoardo è stato raggiunto da altri due colleghi ricercatori, Marino Vacchi (Ispra/Ismar-cnr) e Giorgio Bruzzone (Issia-cnr), con i quali è stata portata a termine, tra Gennaio-Febbraio 2014, la seconda parte della ricerca polare che prevedeva lo sviluppo e l’installazione alla fine dell’estate Antartica, sotto al ghiaccio del pack, di un innovativo modulo di monitoraggio persistente (Progetto Pole) destinato alla registrazione di diversi parametri fisici dell’acqua (mediante sonda multi-parametrica CTD) e di immagini (foto e video) del processo di formazione del platelet-ice e di deposizione di uova del Silverfish durante il lungo inverno Antartico.

 

Il team che all’inizio dell’anno ha installato il sistema di monitoraggio permanente (modulo Pole)
Il team che all’inizio dell’anno ha installato il sistema di monitoraggio permanente (modulo Pole)

 

Nel prossimo appuntamento vi racconterò nel dettaglio la fase di realizzazione e di installazione di questo strumento di monitoraggio che è rimasto inserito in un foro nel mare ghiacciato, nelle vicinanze del ghiacciaio Aviator (presso Andrus Point coordinate: Lat. 73°53’540 S Long.165°45’078), dal 28 Febbraio 2014 fino ad oggi nel tentativo di raccogliere dati e immagini di eccezionale importanza scientifica.

Nel frattempo Edoardo, dopo una lunga attesa (circa una settimana) a Christchurch (Nuova Zelanda), a causa delle avverse condizioni meteo, è finalmente arrivato in base con uno dei quadrimotore Hercules C130, noleggiati dal Programma Nazionale di Ricerche in Antartide che permettono di raggiungere la base italiana in circa 8 ore.

Per farvi assaporare meglio l’atmosfera dell’avventura in Antartide vi propongo questa clip che riassume la mia esperienza dello scorso anno e rappresenta il naturale collegamento con questa nuova avventura di ricerca estrema: Missione Antartide: alla ricerca delle uova del Silverfish.

 

 

 

di Marco Faimali (ISMAR-CNR)

 

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