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Voci dall’Antartide: alla ricerca del “Palo” perduto

Prosegue lo speciale viaggio nel sud del pianeta alla ricerca del prezioso strumento di osservazione “POLE” perduto nel mare ghiacciato antartico

La rottura del pack durante il periodo estivo in Antartide (Dicembre 2013).

 

(Rinnovabili.it) -Sono momenti di trepidazione nei laboratori del Cnr di Genova in questi giorni in cui, la difficoltà di comunicazione con la base italiana in Antartide, lascia ancora troppe incertezze sulla riuscita della missione di recupero del prezioso sistema integrato di monitoraggio (Progetto Pole). Finalmente Edoardo Spirandelli, nonostante le pessime condizioni meteorologiche (vento quasi sempre oltre il limite di volo) è riuscito ad organizzare una prima perlustrazione in elicottero alla ricerca di “Pole” il sistema, progettato e sviluppato dal gruppo di robotica marina dell’Issia-cnr, per tentare di registrare, per la prima volta al mondo, immagini e dati del processo di formazione del platelet-ice (lo strato di ghiaccio a piastrine sotto al pack) e l’ipotetico periodo di deposizione delle uova del Silverfish durante il lungo inverno antartico (vedi articolo precedente).

Il nostro gruppo di ricerca, composto da ricercatori del Cnr (Issia e Ismar), dell’Università di Genova (Distav) e dell’Ispra ha il compito di studiare il ruolo ecologico di questo fondamentale componente dell’ecosistema antartico attraverso una sovrapposizione tra approcci ecologici e tecnologie robotiche, l’eco-robotica, un termine da noi coniato per descrivere questa innovativa sinergia tra sviluppo tecnologico ed ecologia, una delle discipline emergenti delle scienze marine, specialmente per lo studio di ambienti estremi e profondi.

 

Foto 1: Edoardo Spirandelli in elicottero alla ricerca del sistema di monitoraggio perduto.
Foto 1: Edoardo Spirandelli in elicottero alla ricerca del sistema di monitoraggio perduto.

 

Tra le diverse attività di ricerca della XXX spedizione italiana in Antartide attualmente in corso, coordinata per quanto riguarda gli aspetti scientifici dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e dal punto di vista logistico e tecnico dall’Enea, è prevista anche la seconda fondamentale fase dei due progetti congiunti (Raise & Pole) dedicati allo studio dell’area di riproduzione dell’antarctic Silverfish (Pleuragramma antarctica), il pesce chiave della catena alimentare antartica.

Gabriele Bruzzone, responsabile della sede genovese dell’Issia-cnr e del progetto Pole ci informa che le nostre preoccupazioni sulla scomparsa del “palo” dalla sua posizione originaria sono più che fondate. Edoardo lo ha appena informato, mediante un collegamento notturno via skype con la base in Antartide (ci sono infatti 12 ore di fuso orario), che il nostro palo non è nel punto dove era stato installato all’inizio dell’anno. Il breve volo in elicottero nell’area attorno alle coordinate di posizionamento di “Pole” ha dato purtroppo esito negativo: il palo non è stato ancora ritrovato.

 

Parte del team di ricerca attende in posizione di sicurezza sul pack la partenza dell’elicottero che andrà a prelevare altro personale presso la base italiana in Antartide.
Parte del team di ricerca attende in posizione di sicurezza sul pack la partenza dell’elicottero che andrà a prelevare altro personale presso la base italiana in Antartide.

 

Il responsabile del progetto Raise, Marino Vacchi, ricercatore di Ismar-cnr e veterano delle spedizioni italiane in Antartide, ci rassicura sulle possibilità di ritrovamento confidando nella possibilità che la dinamica della rottura del pack durante i mesi di Febbraio-Marzo non sia stata imponente e che, nel giro di poche giorni, tempo permettendo, la ricerca abbia un esito positivo. Il compito di chi rimane in laboratorio (“a casa”), in missioni di questo tipo, è quello di coadiuvare e coordinare a distanza, per quello che è possibile, le attività sul campo.

 

In questi giorni il team è al lavoro per studiare le mappe satellitari della copertura di ghiaccio in Antartide dei mesi invernali, nel tentativo di individuare l’area dove la lastra di ghiaccio galleggiante con il nostro strumento, potrebbe essere stata trasportata dalla forze del vento e delle correnti. Anche se lontanissimi cercheremo in tutti i modi di supportare Edoardo nel suo importante compito di recupero del preziosissimo strumento.

 

 

Un piccolo iceberg intrappolato nel mare ghiacciato fotografato durante le perlustrazioni in elicottero.
Un piccolo iceberg intrappolato nel mare ghiacciato fotografato durante le perlustrazioni in elicottero.

Ma cosa è realmente “pole” il palo perduto?

Un modulo di monitoraggio e della superficie inferiore della banchisa polare che è stato eli-trasportato e calato da un foro nel ghiaccio alla fine dell’estate Antartica (Gennaio 2014) ed ha avuto il compito di registrare i parametri fisici dell’acqua e immagini (fotografiche e video) del processo di formazione del platelet-ice, luogo di deposizione delle uova del Silverfish, necessari per studiarne l’importante ruolo ecologico nell’ecosistema Antartico.

 

“Il modulo principale del sistema di monitoraggio – racconta Gabriele Bruzzone – è costituito da una scatola in acciaio, divisa in tre sezioni modulari, ciascuna contenente videocamere e/o fotocamere, sistema di acquisizione dati mediante sonda multi-parametrica CTD, sistema di memorizzazione e controllo alimentato da un insieme di batterie al piombo gel collocate in appositi contenitori in superficie e con un generatore eolico di piccole dimensioni come ulteriore supporto energetico. Il cuore del sistema è stato poi connesso a una serie di prolunghe tubolari flangiate di acciaio inox per una lunghezza totale di 5 m circa che hanno permesso di posizionarlo, sotto ai due metri di ghiaccio solido, ad una profondità di 6 m circa”.

 

Il sistema di monitoraggio “Pole” è stato progettato per la raccolta a intervalli di tempo predefiniti di immagini video e fotografiche ad alta risoluzione della superficie inferiore del ghiaccio (grazie anche a illuminatori a led e/o infrarossi) durante il lungo e buio inverno australe (da Febbraio a Ottobre).

La possibilità di recuperarlo permetterà, se il suo funzionamento non è stato compromesso da questo inaspettato comportamento del ghiaccio (rottura del pack), di ottenere immagini e dati unici al mondo di elevata importanza scientifica.

 

Una pausa durante le attività di ricerca di “Pole”.
Una pausa durante le attività di ricerca di “Pole”.

 

Per questo motivo Edoardo ha partecipato a questa spedizione con il preciso compito di trovare “Pole”, estrarlo dal ghiaccio e recuperare i preziosi dati le immagini registrate durante questi lunghi mesi invernali.

 

Ricercatori e tecnici dell’Issia-cnr durante la progettazione del sistema di monitoraggio nel laboratorio di robotica marina.
Ricercatori e tecnici dell’Issia-cnr durante la progettazione del sistema di monitoraggio nel laboratorio di robotica marina.

 

Dettaglio del “cuore” tecnologico del sistema “Pole” prima del viaggio verso l’Antartide
Dettaglio del “cuore” tecnologico del sistema “Pole” prima del viaggio verso l’Antartide

Nei prossimi giorni, vento permettendo, inizieranno le nuove perlustrazioni in elicottero nelle possibili aree dove potrebbe essere stato trasportato il nostro prezioso strumento di ricerca.

L’elicottero è il mezzo di trasporto ideale per questo tipo di ambiente ed è un’emozione incredibile volare in questo ambiente estremo. Durante un volo della scorsa spedizione, grazie alla presenza a bordo di Enrico Sacchetti, un fotografo di fama internazionale che ha passato con noi diverse settimane come fotografo ufficiale della XXIX spedizione insieme al giornalista Giorgio Di Bernardo, siamo riusciti a convincere il pilota Neozelandese del nostro elicottero a posizionare una telecamera esterna per registrare le emozioni di un volo radente sopra ad una lingua di un ghiacciaio che arrivava nel mare ghiacciato. Questa è la bellissima clip che Enrico ha montato: alzate il volume e preparatevi al volo nel “The Seventh Continent”.

Non sarà facile individuare un piccolo palo nell’infinita distesa di ghiaccio di quest’area Antartica. Attendiamo comunque fiduciosi le notizie che arriveranno dalla base Italiana nella speranza di un ritrovamento senza complicazioni.

Se volete avere un’idea della vita nella base italiana Mario Zucchelli e nella base italo-francese Concordia godetevi anche il video di Giorgio Di Bernardo “Antartide: sospesi ai confini del mondo“.

 

 

di Marco Faimali (ISMAR-CNR)

 

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