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Vietnam e Thailandia pensano all’ETS

Il sud est asiatico sfida l'Europa e dichiara di pensare all'attivazione di un sistema di scambio delle emissioni in grado di risollevare le sorti delle nazioni

(Rinnovabili.it) – L’Asia rinnova il proprio impegno climatico e annuncia un progetto che rappresenta un passo in avanti nel mercato del carbonio. In particolare si tratta di un’iniziativa di due paesi del sud est del continente, Thailandia e Vietnam, i cui governi stanno seriamente prendendo in considerazione la possibilità di introdurre sistemi di controllo per la regolamentazione del mercato dello scambio dei crediti di carbonio. I due paesi sembrano pronti, infatti, ad emulare quello che Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda hanno fatto in quanto a progettazione di un meccanismo di scambio di crediti mirato a trasformare l’Asia in un mercato rivale per l’Europa, al momento leader dell’ETS.

Secondo quanto pubblicato dal Bangkok Post all’inizio del mese, il governo della Thailandia starebbe organizzando il sistema grazie alla collaborazione del Thailand Greenhouse Gas Management Organisation (TGO), con il progetto di completarlo nel corso del prossimo anno. Prasertsuk Chamornmarn, vice direttore esecutivo di TGO, ha detto al giornale che la proposta di legge dovrà poi essere valutata da una commissione nazionale sui cambiamenti climatici, presieduta dal primo ministro, prima di essere sottoposta al Parlamento.

Le proposte di progetto dovrebbero poi, secondo la Thailandia, entrare in vigore a partire dal 2020, anno in cui si prevede la firma di un nuovo trattato internazionale sui cambiamenti climatici attulamente in corso di negoziazione con le Nazioni Unite. Ma le buone nuove non finiscono qui:  indiscrezioni rivelano inoltre che il governo vietnamita avrebbe l’intenzione di fissare nuovi limiti di emissioni di gas inquinanti compresi tra l’8 e il 10% entro il 2020.