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Vietato parlare di cambiamento climatico

Vietato parlare di cambiamento climatico_

 

(Rinnovabili.it) – L’idea che si può scacciare il cambiamento climatico semplicemente evitando di parlarne si sta diffondendo negli Stati Uniti.

Un mese fa è uscita la notizia che ai funzionari e al personale del Florida Department of Environmental Protection è stato vietato di utilizzare i termini “cambiamento climatico” e “riscaldamento globale”, anche quando dovevano discutere degli effetti fin troppo evidenti per la loro comunità.

 

Stavolta è il turno del Wisconsin. Lo staff del suo Board of Commissioners of Public Lands (BCPL) è stato obbligato a non discutere nemmeno di cambiamenti climatici, non importa con quale nome avesse avuto intenzione di chiamarli. I membri del personale non hanno neppure il permesso di rispondere alle e-mail sull’argomento. Una sorta di censura a metà fra il tragico e il comico, ma se si pensa all’ottusità della classe politica locale e ai potenziali effetti del silenzio su uno dei problemi più grandi del nostro tempo, forse è il caso di propendere per il primo stato d’animo. Tutto nasce in seguito a una votazione, tenutasi questa settimana, da parte del panel di tre membri che supervisiona l’operato dell’agenzia. Il piccolo gruppo è composto da due repubblicani e un democratico. Il voto ha visto prevalere la maggioranza per 2-1.

 

Vietato parlare di cambiamento climatico-

 

Il Wisconsin BCPL amministra le rendite dei terreni pubblici per aiutare con finanziamenti le scuole e le comunità. Le terre in questione includono alcune aree che percepiscono redditi dall’industria del legno, che può essere colpita dall’impatto dei cambiamenti climatici (ad esempio dalla siccità), dagli incendi o da insetti nocivi.

Queste circolari interne dal sapore negazionista hanno alle spalle motivazioni politiche, e mettono il governatore dello Stato, Scott Walker, sotto il fuoco di file degli ambientalisti. Walker, repubblicano, ha ricevuto finanziamenti dalla celebre accoppiata dei fratelli Koch, i due miliardari del petrolio, conservatori e liberisti, che fanno lobby sulla Casa Bianca e sui governatori dei singoli Stati per affossare qualsiasi normativa ambientale. I due hanno speso circa 70 milioni di dollari per finanziare gruppi di scienziati che negano il cambiamento climatico. L’ultima sparata dei due lobbisti è l’intenzione di finanziare con quasi un miliardo di dollari la campagna elettorale 2016. Sarebbe il doppio della cifra spesa da entrambi gli schieramenti, repubblicano e democratico, alle ultime elezioni federali.

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