Aumentano le procedure da svolgere per le spedizioni di rifiuti in paesi non OCSE per limitare attività illegali e antiecologiche
Maggiore trasparenza e vincoli sulle spedizioni di rifiuti rendono l’UE più responsabile
(Rinnovabili.it) – Il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato il 25 marzo una revisione del regolamento sulle spedizioni di rifiuti. si tratta del passaggio finale di un iter che aveva l’obiettivo di ridurre l’export verso paesi al di fuori dell’Unione. Le norme migliorano la coerenza con le disposizioni della convenzione di Basilea e le decisioni dell’OCSE. In più, permettono così al vecchio continente di indirizzare meglio il settore verso obiettivi di economia circolare e di neutralità climatica. La proposta di aggiornare il regolamento è stata avanzata dalla Commissione Europea nel 2021, ma il processo ha visto qualche avanzamento solo dal 2023. La corsa pre-elettorale tenta di raggiungere la chiusura del numero massimo possibile di file aperti. E questo è uno dei tanti
Cosa cambia con le nuove norme sull’export di rifiuti
Il regolamento impone una maggiore trasparenza attraverso la trasmissione e lo scambio di informazioni elettroniche, per migliorare i controlli e prevenire le spedizioni illegali. I rifiuti dovranno essere inviati solo verso destinazioni che garantiscono un trattamento ecologico adeguato. Gli impianti in paesi non appartenenti all’OCSE devono dimostrare l’efficacia delle pratiche di gestione prima di accettare le esportazioni europee. Il regolamento vieta poi le spedizioni non autorizzate di rifiuti che dovrebbero essere smaltiti in UE e mantiene divieti sull’export di alcune categorie di rifiuti verso paesi non OCSE. Dunque, gli stati membri dovranno ora notificare e ottenere autorizzazione preventiva per le spedizioni di rifiuti.
Più burocrazia per gli esportatori
In particolare, il compito tocca agli esportatori. Dovranno dare una comunicazione ai paesi di spedizione, destinazione e transito e ricevere da questi una conferma scritta. Questo iter dovrebbe riguardare principalmente quei rifiuti di plastica non pericolosi che già oggi l’Europa manda all’estero in quantità. Le procedure più rigorose invece non si applicano alle spedizioni intra-UE dei cosiddetti rifiuti verdi. Si tratta di tutti quei rifiuti destinati a forme di recupero.