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L’Ue propone modifiche per la VIA

(Rinnovabili.it) – La Environmental Impact Assessment Directive (VIA-valutazione d’impatto ambientale) è la direttiva obbligatoria ormai da 25 anni, che in Europa impone di esaminare, durante il processo di pianificazione, l’impatto che i grandi progetti posso avere sull’ambiente. Ma è di ieri la richiesta, espressa durante la riunione dei Rappresentanti delle Città e delle Regioni, di rivedere la Direttiva apportando una serie di modifiche. A prendere la parola il membro della Comitato Marek Sowa (Polonia) che pur sottolineando l’importante ruolo degli enti locali e regionali nei processi di autorizzazione urbanistica ha ammesso di temere che le eventuali revisioni possano aumentare i costi e gli oneri amministrativi causando un danno economico ai paesi.

“Credo che la proposta di modifica della direttiva VIA, in contrasto con la posizione della Commissione europea, avrà un impatto significativo sulle autorità locali e regionali, che giocano un ruolo chiave nella sua attuazione. Molte delle modifiche proposte per la direttiva VIA porterebbero ad un aumento degli oneri amministrativi in ​​termini di organizzazione, gestione e costi sia per gli investitori che per le autorità locali e regionali” ha affermato Sowa.

 

Il membro del Comitato, intervenuto al dibattito, sostiene che la Direttiva debba rimanere flessibile nell’approccio al fine di garantire che  non si rallenti lo sviluppo economico, minaccia per la competitività Ue. L’appunto fatto da Sowa si focalizza anche sul fatto che non si sia tenuto conto delle differenze regionali adottate nella gestione dei processi di autorizzazione. Per questo motivo l’introduzione di una VIA che segua il meccanismo ‘one-stop shop‘ per cui una sola agenzia, organizzazione o ente locale sia preposta alla supervisione delle valutazioni di impatto ambientale dovrebbe essere un meccanismo volontario e non obbligatorio.

“Vorrei richiamare l’attenzione sul fatto che le valutazioni d’impatto ambientale devono essere effettuate solo per i progetti che possono avere effetti significativi sull’ambiente, piuttosto che verso i progetti di modifica e le innovazioni proposte da piccole e medie imprese o di direzione e investimenti per adattare i sistemi attuali alla legislazione ambientale che cambia. E’ importante che i cambiamenti non si traducano in lunghe procedure che rallentano gli investimenti e che potrebbero causare una potenziale minaccia per gli interessi economici e sociali degli Stati membri, portare ad una riduzione della competitività dell’Unione europea nel suo insieme e, in molti casi sarebbe lasciare in secondo piano la tutela dell’ambiente e la salute e la vita delle persone”, ha aggiunto Sowa.

 

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