Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban ki-Moon è il primo a dirsi soddisfatto dei risultati raggiunti: "E’ stata una giornata eccezionale, una giornata storica".
(Rinnovabili.it) – Sarebbe dovuto essere solo il summit delle buone intenzioni, del dialogo e delle promesse per un impegno futuro, invece il Vertice Onu sul clima è riuscito a essere qualcosa in più. Nonostante il breve tempo a disposizione e la pesante assenza dei capi di Stato di India e Cina, i partecipanti hanno saputo mettere sul tavolo nuovi e concreti obiettivi con cui affrontare il cambiamento climatico, dall’ampliamento dell’uso delle energie rinnovabili e dall’aumento degli aiuti ai paesi in via di sviluppo. Il segretario generale delle Nazioni Unit, Ban ki-Moon è il primo a dirsi soddisfatto dei risultati raggiunti: “E’ stata una giornata eccezionale, una giornata storica. Mai prima d’ora così tanti leader si sono riuniti per impegnarsi nell’azione contro il cambiamento climatico”, ha affermato il numero uno dell’ONU riassumendo brevemente ciò che ha caratterizzato la giornata. Il vertice ha saputo riunire sotto un unico tetto un mix unico di attori internazionali ognuno dei quali ha annunciato la rispettiva visione e impegno per il raggiungimento di un accordo climatico universale alla COP del prossimo anno.
“Una nuova coalizione di governi, imprese, esponenti della finanza, banche di sviluppo e leader della società civile hanno annunciato il loro impegno a mobilitare, entro il 2015, 200 miliardi di dollari per finanziare uno sviluppo resiliente e low carbon”, ha annunciato Ban, aggiungendo che gli istituti di credito privati avrebbero contribuito all’obiettivo stanziando 20 miliardi di dollari in “Obbligazioni verdi“. Uno spazio dedicato lo ha ricevuto anche il prezzo del carbonio, definito da Ban come “uno dei più potenti strumenti disponibili per ridurre le emissioni e generare sviluppo sostenibile”. Contestualmente la Banca Mondiale ha annunciato ieri che 73 governi nazionali, tra cui Cina, Russia e le nazioni dell’Unione Europea, hanno deciso di mettere un prezzo al carbone.
Separatamente, un’alleanza di circa 30 paesi tra cui Stati Uniti e una coalizione di aziende multinazionali – tra cui Walmart, Unilever, Wilmar International, General Mills, Asia Pulp and Paper e Nestle – hanno fissato un obiettivo per dimezzare la perdita forestale entro il 2020 e le annullarla completamente entro il 2030; un piano che se attuato rimuoverebbe dall’atmosfera, tra i 4,5 miliardi e gli 8,8 miliardi di tonnellate di emissioni di anidride carbonica l’anno, equivalenti alle emissioni di un miliardo di automobili.
Tra i partecipanti anche il premier Renzi, che nel suo intervento ha voluto ricordare come quella del climate change rappresenti oggi la “sfida del nostro tempo” e ha auspicato “un accordo globale e vincolante” alla Conferenza delle Parti sul clima di Parigi. Serve, ha dichiarato il premier, “un accordo applicabile a tutte le parti, sulla base dei contributi che ciascuno di noi potrà dare, e che includa tutti gli elementi essenziali”. Tra questi Renzi ha indicato “azioni di mitigazione, finanza per il clima, adattamento, trasferimento tecnologico, ‘capacity building’ e trasparenza […] Dobbiamo raggiungere un accordo storico a Parigi, lo dobbiamo ai nostri figli, ed ai figli dei nostri figli”.