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Veolia estrae metalli preziosi dai rifiuti

Veolia estrae metalli preziosi dai rifiuti

 

(Rinnovabili.it) – Per Veolia è tempo di rimestare nel torbido. Ma non metaforicamente: il gruppo francese di servizi ambientali ha in programma infatti di ricavare dai rifiuti le materie prime preziose che le permettano di aiutare a compensare la stagnazione nel suo settore idrico.

Si prevede che il mercato del riciclaggio globale a crescerà del 10-15 per cento l’anno, dai 25 miliardi di euro di oggi fino a raggiungere i 40 miliardi nel 2020. Il fatturato di Veolia nel settore dovrebbe più che raddoppiare, toccando i 5 miliardi di euro entro il 2020.

 

«I flussi di rifiuti dei Paesi sviluppati sono una vera miniera per le materie prime – ha spiegato Antoine Frérot, amministratore delegato del gruppo – Anche se non diventeremo una compagnia mineraria, la nostra attività di riciclaggio entrerà sempre più in competizione con quell’industria».

Veolia e la rivale (sempre francese) Suez Environnement sono le due principali aziende idriche e impegnate nel business dei rifiuti di tutto il mondo, servendo ciascuna circa 120 milioni di persone in tutto il mondo.

Entrambi hanno visto una crescita enorme in quanto la quota di fornitura idrica gestita da privati ​​è aumentata, a livello globale, dal 2% nel 1995 a circa il 12% l’anno scorso. Ma negli ultimi anni la crescita si è fermata e oggi il gruppo perde, in questo comparto, l’1-2% annuo di fatturato.

 

La ruota della fortuna, però, ha ricominciato a girare già quest’autunno. Nel primo semestre 2014 l’utile netto di Veolia è più che raddoppiato, e le sue azioni negli ultimi 12 mesi sono cresciute del 20%.

Così Frérot ha deciso di investire: la divisione dei rifiuti dovrà automatizzare lo smistamento dei rifiuti e recuperare più materie prime o produrre più energia, riducendo lo smaltimento in discarica.

 

In Gran Bretagna, Veolia ricicla platino e altri metalli preziosi dal particolato esausto misto alla polvere stradale. A Bruxelles ha invece un impianto pilota in cui i batteri trasformano in plastica i fanghi di risulta prodotti dalla purificazione dell’acqua. Anche se non possono competere con le materie plastiche prodotte dall’industria petrolchimica, altri impianti di Veolia hanno iniziato a utilizzare i batteri per trasformare i fanghi in fertilizzanti.

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