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Vendesi aree protette in Australia

Vendesi aree protette in Australia-(Rinnovabili.it) – Parchi naturali e aree protette aperte saranno aperte al business privato. È l’ultima trovata del governo australiano, già salito alle cronache internazionali per il suo piano per l’energia verde basato sul carbone e l’uranio. Ancora una volta l’esecutivo di Canberra sembra voler provare ad unire profitto economico e tutela dell’ambiente e della biodiversità. Un abbinamento piuttosto delicato, che ha messo in allarme alcuni tra i più eminenti gruppi per la conservazione della natura in Australia. Temono che l’eredità naturale dello Stato verrà smarrita a causa dell’ingresso dei privati nella gestione dei parchi nazionali. Governo centrale e amministrazioni locali, infatti, hanno dichiarato le aree protette “open for business”, mandando su tutte le furie le associazioni ambientaliste e protezioniste. È la prima volta che accade nella storia della terra dei canguri, e molte autorità locali hanno di recente avviato un percorso di emendamento della normativa sulla conservazione, così da permettere al business di avere campo libero per operare. Teleferiche, crociere sui fiumi, turismo-avventura e molte altre proposte sono subito arrivate da diverse aziende.

 

«I parchi nazionali sono custoditi per i cittadini australiani. Non sono proprietà di alcun governo o gruppo d’affari, per questo la loro funzione primaria è lavorare a favore della protezione della natura – ha tuonato Paul Sinclair, direttore della campagna promossa dalla Australian Conservation Foundation – Credo ci sia un problema con certe persone, che non riescono a capire, ma sono infastidite dal fatto che esistano certe zone dello Stato protette come riserve naturali».

 

Le proteste per la decisione governativa cercano di portare il pubblico a schierarsi con l’idea che l’uso commerciale della natura e delle aree protette sia in contrasto con lo scopo primario per il quale tali zone vengono così definite. Più aumenta l’interferenza antropica in certi santuari naturali (e già molte polemiche aveva provocato la decisione del NewSouth Wales di aprire queste zone alla caccia), più infatti l’ecosistema ne risente ed è costretto a riadattarsi.

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